Aser e Tributi Italia devono risarcire oltre due milioni al Comune di Aprilia. All’ente pubblico devono essere pagati i danni – per l’esattezza 2.193.405 euro – per lo sperpero di denaro legato al cosiddetto addendum del 2007 quando, anziché risolvere il rapporto con la società mista incaricata della riscossione dei tributi, il consiglio comunale approvò una convenzione ancor più favorevole all’azienda e al socio privato di quest’ultima. La I sezione centrale d’appello della Corte dei Conti ha dichiarato inammissibile il ricorso delle due società, confermando così la sentenza di primo grado e rendendo più facile la strada all’amministrazione comunale per cercare di recuperare la somma.
L’Aser, società mista costituita alla fine degli anni novanta per gestire i tributi comunali e altri servizi, nel 2007 venne condannata dai giudici contabili, insieme sempre alla Tributi Italia, a 7 manager e a 4 politici, a risarcire 58 milioni di euro al Comune di Aprilia, per le somme incamerate riscuotendo i tributi e non versate all’ente. Una vicenda che, per quanto riguarda i pubblici amministratori, ha imposto di pagare i danni all’ex sindaco Calogero Santangelo e agli ex assessori Sergio Corbolino, Michele Telesca e Giuseppe Nardin, mentre sul fronte penale è finita in prescrizione.
Due anni fa poi, la società mista e Tributi Italia sono state condannate a risarcire altri 2.193.405 euro, per gli altri danni subiti dal Comune con l’addendum. I sedici politici coinvolti in tale vicenda, invece, si sono visti riconoscere dalla Corte dei Conti la prescrizione, salvandosi così da una richiesta di 16 milioni e mezzo fatta a Santangelo e di 12 milioni fatta a 15 consiglieri comunali.
Il commissario straordinario dell’Aser e di Tributi Italia ha fatto appello contro quella sentenza, ma l’atto non è stato notificato al pm contabile. E come chiesto dalla Procura generale, i giudici hanno ora dichiarato il ricorso inammissibile, confermando così la condanna.