Tutto è iniziato da un eucaliptus, il “Gigante”, buttato giù per fare posto ad un palazzo. Quando avete sporto denuncia credevate di essere ascoltati?
In passato le proteste dei cittadini non hanno sortito un grande effetto. Inizialmente eravamo molto indignati per quello che stava accadendo. Per prima cosa abbiamo telefonato al Sindaco ma il suo portavoce ci disse che era molto impegnato. Allora abbiamo contattato altri politici per sapere cosa intendessero fare a riguardo ma quasi tutti hanno fatto “spallucce”. Quindi abbiamo deciso di proseguire da soli. Ci siamo messi a “scavare” tra i documenti e abbiamo raccolto una serie di informazioni che ci hanno fatto scoprire alcune irregolarità sulle procedure adottate nel rilascio delle autorizzazioni e grazie ad un complesso lavoro di analisi siamo riusciti a redarre un dettagliato dossier che abbiamo sottoposto all’attenzione degli organi competenti.
Se sono venute a galla le irregolarità e sono stati bloccati i lavori in via Quarto è solo grazie alla tenacia di voi cittadini. Come vi sentite all’indomani di questa vittoria?
Possiamo dire che questa è la vittoria della città, della gente per bene contro un sistema che da decenni decide le sorti della città con scelte spesso a vantaggio di pochi e a danno di molti. Il comitato del Gigante Buono si sente sereno e fiducioso perché è dalla parte giusta, dalla parte di coloro che ancora sperano di poter vivere in una città a dimensione d’uomo dove gli equilibri tra sviluppo urbanistico e rispetto degli spazi verdi siano regolati da una concreta armonia.
Quali sono gli ideali che vi hanno spinto a non chiudere gli occhi e a lottare per salvare la città di Latina dai malaffari?
L’ideale primario è sicuramente l’amore per la nostra città, il luogo dove viviamo ma soprattutto dove vivranno i nostri figli e nipoti. Da buoni padri e madri di famiglia abbiamo unito le nostre forze per sensibilizzare l’opinione pubblica su quello che stava accadendo. Abbiamo promosso una serie di azioni pacifiche che ci hanno fatto crescere in termini di partecipanti ma anche di sostenitori. Attraverso la nostra pagina su Facebook siamo arrivati in poco tempo a quasi mille iscritti, tutti molto motivati e attivi.
Il vostro coraggio ha spinto tanti cittadini ad interessarsi alle questioni pubbliche, piuttosto che mettere la testa sotto la sabbia. Cosa sentite di dirgli?
Innanzitutto GRAZIE! Ma la lotta per far rispettare i nostri diritti è solo all’inizio. La città è di chi la vive ed è nostro compito amarla, rispettarla e pretendere che venga fatto lo stesso da chi l’amministra. Aumentano di giorno in giorno le persone che ci chiedono di partecipare alla causa del “Gigante Buono”, abbiamo costituito un “Tavolo Tecnico” composto da professionisti ed amministrativi esperti in grado di interpretare la documentazione ed individuare eventuali irregolarità.
Le indagini da via Quarto si stanno allargando a tutto il Ppe. Come vi ponete a riguardo?
Via Quarto è un punto di partenza. Continueremo il nostro lavoro concentrando l’attenzione sui parchi e le aree verdi come il Parco di Santa Rita (dove ci siamo uniti al comitato di quartiere già attivo da anni per la salvaguardia del parco) su cui incombe il pericolo di una grande colata di cemento che andrà a gravare su un’area già fortemente penalizzata. Ai nostri amministratori chiediamo un impegno concreto e responsabile atto a definire un governo pubblico e partecipativo del territorio.