Questa mattina, alle prime ore dell’alba, la Polizia ha arrestato un gruppo di persone ritenute responsabili dei reati di estorsione aggravata ed usura nei confronti di esercenti attività imprenditoriali della Capitale. Gli arrestati sarebbero: Enrico Casamonica, Antonio Casamonica, Consilio Casamonica, Diego Casamonica, Pietro Cristin, Giuseppe Grancagnolo, Antonio Garofoli, Stefan Ionescu.
I soggetti destinatari dei provvedimenti restrittivi sono ritenuti essere i vertici ed affiliati al noto clan Casamonica attivo a Roma, con ramificazioni nei centri di Nettuno, Genzano, Lanuvio e Cerveteri. L’indagine della Squadra Mobile è partita in seguito alla denuncia di una vittima che riferiva di essere perseguitato da minacce di morte da parte di una persona presentatasi come appartenente alla famiglia dei Casamonica al quale era stato costretto a versare una somma di denaro per la “protezione”.
Le successive attività investigative hanno confermato che alcuni membri della famiglia Casamonica pretendevano ingenti somme di denaro da un noto imprenditore commerciale di Roma che in pochissimo tempo veniva coinvolto in un vorticoso giro di prestiti usurari con interessi iperbolici.
Si è accertato che i prestiti venivano concessi attraverso la vendita simulata a compiacenti acquirenti segnalati dal clan, di macchine, gioielli, orologi di pregio a fronte del rilascio di effetti cambiari da parte della vittima e, successivamente, riacquistati dal clan con il pretesto di “scalare” il debito pregresso.
I compiacenti acquirenti, dal canto loro, venuti a conoscenza delle difficoltà dell’imprenditore nell’onorare i “prestiti” si proponevano quali “benefattori” concedendo, a loro volta, prestiti usurari di volta in volta rinegoziati. Sorprendente anche il ruolo delle donne del clan, le quali per “rientrare” del prestito di denaro fatto all’imprenditore pretendevano dallo stesso lampadari ed oggetti di arredamento che la vittima sottraeva dalla propria attività commerciale.
È emersa anche una compartecipazione di “Tony Il Meraviglioso” il quale, a fronte della vendita di un anello all’imprenditore si è fatto restituire nel tempo denaro e oggetti di arredamento per la casa applicando interessi usurai fino al 75826,21% annuale. È stato possibile acclarare che le somme sottratte dalla contabilità aziendale, tra il 2007 e il 2010, per 1.785.300 euro. Nel corso delle perquisizioni locali sono state sottoposte a sequestro autovetture di pregio, orologi e preziosi per un valore ancora da quantificare.