“I concessionari delle sepolture – recita il testo – sono tenuti a concorrere alle spese di mantenimento dell’intero complesso cimiteriale. Il contributo è annuale per l’intera durata della concessione e dovrà essere versato annualmente con apposito bollettino postale precompilato dal “Gestore” (Ipogeo, ndr) con rimborso delle spese postali. La tariffa è stabilita nell’ambito del progetto economico–finanziario della gestione ed è soggetta ad aggiornamento secondo quanto previsto per le altre tariffe. Il contributo sarà applicato per ogni sepoltura (posto salma) indipendentemente dall’uso”.
Le bollette riportano l’intestazione dell’Ipogeo, ma i soldi andranno al Comune, che – spiegano dagli uffici – deve riprendersi il denaro anticipato, in epoca commissariale, per tutti i canoni di mantenimento: 540mila euro per due anni. In totale 1 milione e 80mila euro.
Quindici euro, Iva (al 22%) esclusa, è la cifra attualmente stabilita dall’amministrazione comunale che le famiglie devono pagare per ciascun loculo. Sono per ora stati presi in considerazione i primi due anni di concessione – dal 2009 al 2011 – ed è evidente che si tratta solo di una prima tranche di pagamento: al completamento degli “arretrati”, mancano ancora 4 anni. Quando arriverà quindi la prossima bolletta? Il Comune, che ha potere decisionale sulle modalità e sui tempi, non lo ha ancora stabilito. Solo una rassicurazione: nessun’altra bolletta nell’immediato.
La mini-stangata di Pasqua
Le bollette arrivate fino ad oggi rappresentano una mini-stangata per le famiglie che se le sono viste recapitare all’improvviso per la prima volta, e in un periodo, il mese di marzo, in genere poco “sospetto” in fatto di tassazione.
Prendiamo ad esempio il caso della signora Maria C., artigiana di Latina, che ha in concessione una cappella composta da 4 loculi (di cui solo uno è occupato) e che ha ricevuto un bollettino da quasi 150 euro.
Come si è arrivati a questa cifra? Per capirlo, basta analizzare le voci molto chiaramente evidenziate in bolletta. Quattro posti salma costano 15 euro l’uno ogni anno e, considerando i due anni riportati in bolletta, il totale è di 120 euro. A questa cifra vanno sommati l’Iva al 22% (26,40 euro), più il rimborso spese di spedizione (€1,15). Il totale è di €147,55.
Dallo sdegno al sarcasmo: il diritto di recesso
Con l’arrivo delle bollette, dalla rabbia si è presto passati al sarcasmo. Lo sdegno iniziale su quanto il Comune fosse nel torto a voler “lucrare” sui poveri morti, mettendo le mani nel portafogli dei parenti ancora in vita, ha lasciato il passo ad aspre battute che si sono riversate, com’era prevedibile, sui social network. Il concetto, più o meno, lo stesso per tutti: “Se non pago, il Comune mi rimanda a casa il morto?”. “Io la tomba non la voglio più – finge un utente di essere il defunto – Riprendetevela”. Può sembrare strano, ma è vero: il diritto di recesso, per il cimitero di Latina, esiste e si ha persino diritto ad un rimborso. Lo stabilisce la convenzione stipulata con l’Ipogeo, ma ovviamente solo a certe condizioni: “Il recesso è possibile – si legge nel regolamento – solo se la sepoltura sia vuota” oppure “per trasferimento della salma in altro cimitero o all’interno dello stesso in sepoltura diversa”. Il che, a prima vista, non sembra essere così conveniente.
Stefania Belmonte