La Piazza del Quadrato a Latina può essere definita il luogo simbolo della Bonifica integrale dell’Agro Pontino. Al suo centro vi è stato collocato proprio il “Monumento al bonificatore” con tanto di targa ricordo. Su di essa si affaccia quella che un tempo fu la sede dell’Opera Nazionale Combattenti, l’ente che tra il 1932 e il 1940 ha proceduto all’insediamento dei coloni negli oltre 3.000 poderi ricavati dalle paludi pontine e di parte dell’Agro Romano dove poi furono realizzate anche Aprilia e Pomezia. All’inizio il Quadrato era un piccolo villaggio per tecnici e operai addetti alla bonifica, tra il 1928-29 (ben prima della fondazione della futura Littoria). Oltre ad alcuni fabbricati per i dirigenti e le baracche per le maestranze, vi fu insediato l’Istituto Antimalarico Pontino: il presidio sanitario senza il quale non sarebbe stato possibile debellare la malaria. Lì venne collocata inoltre la rimessa dei trenini con fittissima rete di ferrovie décauville che trasportavano i materiali per la costruzione di strade, edifici e canali, dalle cave di Monticchio (Sermoneta) per il pietrame e la breccia e da Sessano (oggi Borgo Podgora) per la pozzolana e il tufo. Il Quadrato infatti si trovava al centro di tutti gli altri villaggi operai: gli stessi che poi furono trasformati in borghi. Il primo ad essere terminato fu proprio Sessano e contestualmente vennero realizzati anche quelli di Doganella, Passo Genovese (Borgo Sabotino), Gnifegnaf (Borgo Santa Maria), Capograssa (Borgo San Michele), Casale dei Pini (Borgo Grappa), Foro Appio (Borgo Faiti), Conca (Borgo Montello) e via via tutti gli altri.
Tutti avevano una dotazione standard di edifici: per l’assistenza sanitaria, per la scuola elementare e l’abitazione dei maestri, per la stazione dei Carabinieri, per la dispensa e il forno, per l’alloggio dei dirigenti dei lavori (poi divenuti dimora dei capi azienda dell’Opera Nazionale Combattenti) e per il dopolavoro degli operai.
Solo in alcuni villaggi era presente anche un fabbricato per guardiani idraulici (quello della foto è quello ancora esistente a Borgo Sabotino). Già all’inizio del 1931 erano attivi anche i campi sperimentali per verificare quali risultavano più adatte alle coltivazioni, visto che i terreni bonificati erano molto diversi tra loro sotto il profilo produttivo. Uno di questi si trovava proprio al Quadrato nei pressi dell’Istituto Antimalarico Pontino ed è lì che venne realizzata la sede dell’Opera Nazionale Combattenti.
Sciolta l’ONC, quella sede è oggi di proprietà della Regione Lazio a seguito dello ed è indicata negli estratti catastali di Latina con i numeri di foglio 142 e particella 54 che insieme ad altre due (la 52 e la 53) includono anche il giardino retrostante. Ebbene, questi estremi catastali compaiono nell’elenco dei “beni immobili soggetti a valorizzazione e alienazione” che la Regione Lazio ha recentemente inserito tra i provvedimenti allegati al bilancio di previsione per il periodo 2015-2017. In sostanza si tratta di uno delle migliaia di immobili, uffici, abitazioni, casolari e terreni che potrebbe entrare nel grande calderone previsto dall’art. 26 del decreto “Sblocca Italia” (D. Lgs. 113/2014, convertito nella legge 164/2014). A tal proposito il 25 febbraio scorso il Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, e il Direttore dell’Agenzia del Demanio, Roberto Reggi, hanno firmato gli accordi attuativi su non meglio precisate “operazioni di finanza immobiliare e valorizzazione del patrimonio regionale”. Sullo stesso argomento lo stesso Reggi ha incontrato nei giorni scorsi alcuni Sindaci di città laziali, tra i quali c’era anche quello di Latina il quale ha espresso la sua soddisfazione per l’iniziativa. A tal proposito, tra gli altri, ha portato l’esempio delle Terme di Fogliano… Proprio vero: con la Storia non ci si mangia.