Fanghi sospetti e un’enorme quantità di ferro.È il risultato delle nuove ricerche svolte ieri su ordine della Procura della Repubblica di Velletri presso la cava di pozzolana dismessa, sopra le falde idriche che danno acqua non solo a Velletri, ma pure ad Aprilia, Cisterna di Latina, Lanuvio, Anzio e Nettuno. Forze dell’ordine e tecnici dell’Arpa per tutta la giornata di ieri hanno presidiato ed operato sul sito. Le operazioni di scavo, avviate nella mattinata, sono terminate al tramonto. Presenti, all’operazione giudiziaria, anche agenti del Corpo Forestale dello Stato e tecnici dell’Arpa Lazio, l’Agenzia regionale per la protezione ambientale. Sono stati rinvenuti – come confermato al Caffè da una fonte confidenziale che preferisce restare anonima – una grossa quantità di ferro di provenienza edile, ma anche fanghi non meglio definiti che verranno ora analizzati dai periti della Procura. Non vengono dunque fugate le preoccupazioni e i misteri su quella vasta area agricola del Comune di Velletri, ampia circa 8 ettari, situata proprio sopra le falde acquifere. Ad ottobre, l’ex gestore del sito, Fabrizio Masella, si era autodenunciato per ben due volte davanti agli inquirenti sostenendo che là sotto erano stati sepolti rifiuti illegali e tossici. A novembre, dopo i primi scavi, la Procura rinvenne appena sotto il fondo del sito fanghi di depurazione, ordigni bellici e materiali edili di scarto. Le sue, evidentemente, erano più di mere illazioni. L’intera area, è posta sotto sequestro da novembre. Ma ora si cerca più a fondo. Per il momento – come conferma la fonte del Caffè – gli scavi non sono andati oltre i 6 metri di profondità. Presto, presumibilmente dopo le analisi dei fanghi appena rinvenuti, riprenderanno per ricerche ancora più approfondite ed accurate. Sullo stesso sito, subito dopo ferragosto scorso, il Caffè scoprì che la società Ecoparco Srl voleva realizzare un imponente polo dell’immondizia, con una discarica da due milioni di metri cubi di rifiuti indifferenziati che avrebbe dovuto prendere il posto di Malagrotta. Ma anche un mega impianto per estrazione del cosiddetto “bio” gas da rifiuti, per una capacità di 40mila tonnellate all’anno d’immondizia, un centro di trattamento di rifiuti speciali liquidi da 30mila metri cubi all’anno ed un TMB, impianto di trattamento meccanico biologico, per sminuzzare i rifiuti indifferenziati, da 100mila tonnellate all’anno. La mobilitazione dei cittadini e degli imprenditori agricoli della zona ha, almeno per il momento, bloccato la grossa operazione che si aggiungerebbe, tra l’altro, al progetto di “bio” gas da 33mila tonnellate all’anno che la Volsca Ambiente e Servizi, la municipalizzata di Albano, Velletri e Lariano, vuole realizzare proprio lì accanto.
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