C’è una brutta abitudine tra i ragazzi, che è quella di prendere in affitto una stanza in nero. Spesso ad incappare in questo vicolo cieco sono gli studenti universitari che scelgono o si ritrovano nel polo pontino, la sede universitaria distaccata de La Sapienza di Roma. Credendo di risparmiare, bypassano l’agenzia immobiliare e si rivolgono direttamente a privati per trovare dove alloggiare. I numeri di telefono li trovano sulle bacheche delle facoltà, o su noti siti internet dedicati agli annunci.
«Se è vero – ci spiega Santino Nardi, presidente di Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali di Latina – che non passando per un’agenzia immobiliare si saltano le spese iniziali, pari ad un 10% del totale, chi sceglie la via illegale deve mettere in conto svariati rischi. Prima di tutto questi ragazzi non hanno garanzie non avendo contratto o firmandone uno che spesso equivale a carta straccia».
Le cose, infatti, non è detto che vadano nel verso giusto. Il proprietario di casa potrebbe far sparire degli oggetti, potrebbe non rispettare regole basilari come il non entrare in casa senza avvisare o molto altro. Senza contratto che stipula un accordo e prevede delle responsabilità, come si può stare sicuri? Inoltre, per legge, deve risultare chi risiede in un appartamento.
«L’agenzia immobiliare, di solito – continua Nardi – effettua un’attività pregressa che garantisce al cliente che andrà a trovare un ambiente ben arredato, comodo e dotato di servizi di cui ha bisogno.
Andare a scatola chiusa senza qualcuno che ha fatto un’attività preventiva può voler dire incappare in una fregatura. Noi, come Fiaip, possiamo stimare che il 10-15% degli universitari finisce per prendere in affitto una camera o appartamento in nero, il che equivale ad una maxi evasione.
Lo veniamo a sapere perché sappiamo che una stanza è in affitto e improvvisamente è occupata, senza che sia stato neanche segnalato. In alcuni di questi casi ci sono dietro agenti immobiliari abusivi che intascano indebitamente una somma di denaro per ogni camera o appartamento affittato. Noi abbiamo più volte lanciato appelli affinché i cittadini segnalino questi casi.
Anche tramite noi, che poi possiamo muoverci segnalando a nostra volta alle forze dell’ordine. La maggior parte di questi ragazzi – conclude – neanche sa che alla stessa cifra potrebbe avere più tutele e più servizi.
È per questo che ci rivolgiamo alle famiglie perché compiano la scelta giusta».
«Se è vero – ci spiega Santino Nardi, presidente di Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali di Latina – che non passando per un’agenzia immobiliare si saltano le spese iniziali, pari ad un 10% del totale, chi sceglie la via illegale deve mettere in conto svariati rischi. Prima di tutto questi ragazzi non hanno garanzie non avendo contratto o firmandone uno che spesso equivale a carta straccia».
Le cose, infatti, non è detto che vadano nel verso giusto. Il proprietario di casa potrebbe far sparire degli oggetti, potrebbe non rispettare regole basilari come il non entrare in casa senza avvisare o molto altro. Senza contratto che stipula un accordo e prevede delle responsabilità, come si può stare sicuri? Inoltre, per legge, deve risultare chi risiede in un appartamento.
«L’agenzia immobiliare, di solito – continua Nardi – effettua un’attività pregressa che garantisce al cliente che andrà a trovare un ambiente ben arredato, comodo e dotato di servizi di cui ha bisogno.
Andare a scatola chiusa senza qualcuno che ha fatto un’attività preventiva può voler dire incappare in una fregatura. Noi, come Fiaip, possiamo stimare che il 10-15% degli universitari finisce per prendere in affitto una camera o appartamento in nero, il che equivale ad una maxi evasione.
Lo veniamo a sapere perché sappiamo che una stanza è in affitto e improvvisamente è occupata, senza che sia stato neanche segnalato. In alcuni di questi casi ci sono dietro agenti immobiliari abusivi che intascano indebitamente una somma di denaro per ogni camera o appartamento affittato. Noi abbiamo più volte lanciato appelli affinché i cittadini segnalino questi casi.
Anche tramite noi, che poi possiamo muoverci segnalando a nostra volta alle forze dell’ordine. La maggior parte di questi ragazzi – conclude – neanche sa che alla stessa cifra potrebbe avere più tutele e più servizi.
È per questo che ci rivolgiamo alle famiglie perché compiano la scelta giusta».
11/09/2015