Sono sul piede di guerra le agenzie funebri della provincia di Latina che ora minacciano apertamente, e spesso passano ai fatti, di non eseguire più il servizio di recupero di cadaveri per conto del Comune. Accade purtroppo spesso: in caso di incidenti stradali mortali, in caso di decessi che richiedano un’autopsia. Il motivo dello sciopero che potrebbe creare il caos è semplice. Queste ditte da diversi anni non verrebbero infatti pagate per il servizio offerto.
“Si tratta di un servizio che deve offrire il Comune. Noi per 30 anni lo abbiamo fatto gratuitamente. Adesso basta”. È chiara la presa di posizione dell’Ifal, l’agenzia funebre che dal 1987 è impegnata nel recupero delle salme per poi trasportarle in obitorio. “Con il Comune abbiamo avuto una collaborazione – spiega l’agenzia Ifal – poi abbiamo sbagliato a dilungarci troppo. Abbiamo chiesto di essere risarciti dei recuperi di cui avevamo documentazione dal 1992 ad oggi, ma ci siamo visti rispondere che siccome non esiste un contratto scritto l’Amministrazione non ci doveva nulla. A questo punto, se così è, vale anche per noi. Abbiamo sempre svolto questo servizio per il bene della comunità: ci siamo sempre mossi e siamo andati a recuperare le salme in tutta la provincia. Spesso siamo rimasti anche ore ad attendere in quale obitorio portarle. Nel cimitero dicono che la camera mortuaria non è idonea, ma ho i miei dubbi. Così siamo stati spesso costretti a capire chi accettava la salma, tra ospedale Goretti e Icot. In più occasioni è capitato di trasportare la salma fuori dal territorio comunale, spesso a Terracina. Alcune volte persino a Tor Vergata. Sosteniamo delle spese importanti tra personale, carburante e tempo (visto che spesso abbiamo rinunciato anche ad altre operazioni più remunerative) ma questo sembra non interessare a nessuno. A questo punto invitiamo l’Ente a trovare un altro modo per risolvere il problema. Noi siamo disponibili, ma basta interventi gratuiti. Vogliamo che ci sia qualcosa di scritto. Siamo un’azienda e dobbiamo lavorare per il bene dell’azienda: non possiamo permetterci di sperperare soldi”.
Una presa di posizione che è sfociata, domenica 19 settembre, in un episodio decisamente triste. In occasione del tragico incidente avvenuto sull’Appia, all’altezza dello svincolo per Borgo Podgora, nel quale ha perso la vita un 77enne romano, il cadavere dell’uomo è rimasto diverso tempo in attesa di qualcuno che venisse a recuperarlo. Gli agenti della polizia Stradale – impegnati nei rilievi di rito – hanno provato a contattare l’Ifal ricevendo una risposta negativa. Da qui è iniziata la “caccia” all’agenzia funebre disposta a caricarsi il servizio, ma le forze dell’ordine sembra che abbiano ricevuto un secco “no” da parte di tutte le imprese del capoluogo. Morale della favola: è stata contattata un’agenzia di Cisterna, che ha eseguito il compito. Il tutto con inevitabile ritardo e, di conseguenza, con una grave perdita di tempo per le forze dell’ordine, con polizia Stradale e vigili del fuoco in attesa dell’arrivo dell’agenzia funebre per ultimare il loro lavoro.
Perché non si sia mai provveduto a sottoscrivere un protocollo con le agenzie funebri non è chiaro, anche se or auna soluzione bisognerà trovarla e presto visto che altri protocolli, questi si controfirmati, vietano ad esempio il trasporto di una persona deceduta a mezzo ambulanza, anche nel caso in cui questa fosse comunque arrivata sul posto dove si è reso necessario il recupero.
“Si tratta di un servizio che deve offrire il Comune. Noi per 30 anni lo abbiamo fatto gratuitamente. Adesso basta”. È chiara la presa di posizione dell’Ifal, l’agenzia funebre che dal 1987 è impegnata nel recupero delle salme per poi trasportarle in obitorio. “Con il Comune abbiamo avuto una collaborazione – spiega l’agenzia Ifal – poi abbiamo sbagliato a dilungarci troppo. Abbiamo chiesto di essere risarciti dei recuperi di cui avevamo documentazione dal 1992 ad oggi, ma ci siamo visti rispondere che siccome non esiste un contratto scritto l’Amministrazione non ci doveva nulla. A questo punto, se così è, vale anche per noi. Abbiamo sempre svolto questo servizio per il bene della comunità: ci siamo sempre mossi e siamo andati a recuperare le salme in tutta la provincia. Spesso siamo rimasti anche ore ad attendere in quale obitorio portarle. Nel cimitero dicono che la camera mortuaria non è idonea, ma ho i miei dubbi. Così siamo stati spesso costretti a capire chi accettava la salma, tra ospedale Goretti e Icot. In più occasioni è capitato di trasportare la salma fuori dal territorio comunale, spesso a Terracina. Alcune volte persino a Tor Vergata. Sosteniamo delle spese importanti tra personale, carburante e tempo (visto che spesso abbiamo rinunciato anche ad altre operazioni più remunerative) ma questo sembra non interessare a nessuno. A questo punto invitiamo l’Ente a trovare un altro modo per risolvere il problema. Noi siamo disponibili, ma basta interventi gratuiti. Vogliamo che ci sia qualcosa di scritto. Siamo un’azienda e dobbiamo lavorare per il bene dell’azienda: non possiamo permetterci di sperperare soldi”.
Una presa di posizione che è sfociata, domenica 19 settembre, in un episodio decisamente triste. In occasione del tragico incidente avvenuto sull’Appia, all’altezza dello svincolo per Borgo Podgora, nel quale ha perso la vita un 77enne romano, il cadavere dell’uomo è rimasto diverso tempo in attesa di qualcuno che venisse a recuperarlo. Gli agenti della polizia Stradale – impegnati nei rilievi di rito – hanno provato a contattare l’Ifal ricevendo una risposta negativa. Da qui è iniziata la “caccia” all’agenzia funebre disposta a caricarsi il servizio, ma le forze dell’ordine sembra che abbiano ricevuto un secco “no” da parte di tutte le imprese del capoluogo. Morale della favola: è stata contattata un’agenzia di Cisterna, che ha eseguito il compito. Il tutto con inevitabile ritardo e, di conseguenza, con una grave perdita di tempo per le forze dell’ordine, con polizia Stradale e vigili del fuoco in attesa dell’arrivo dell’agenzia funebre per ultimare il loro lavoro.
Perché non si sia mai provveduto a sottoscrivere un protocollo con le agenzie funebri non è chiaro, anche se or auna soluzione bisognerà trovarla e presto visto che altri protocolli, questi si controfirmati, vietano ad esempio il trasporto di una persona deceduta a mezzo ambulanza, anche nel caso in cui questa fosse comunque arrivata sul posto dove si è reso necessario il recupero.
02/10/2015