Il caso dell’incendio dell’auto dell’ex presidente del Consiglio comunale di Ardea, Massimiliano Giordani, risalente al 2013, ha preso una piega decisamente inaspettata. È notizia di queste ore che il Tribunale di Velletri ha convocato come teste alcuni consiglieri comunali di maggioranza, il Sindaco Luca Di Fiori, il giornalista Luigi Centore, la segretaria comunale, alcuni dipendenti comunali e un Carabiniere della tenenza di Ardea in un’udienza del processo che vede accusato del fatto niente meno che Luca Fanco, il consigliere comunale che più di tutti in questi anni ha prodotto denunce ed esposti contro presunte irregolarità nell’azione amministrativa della giunta Di Fiori. Il reato che gli viene contestato è quello di “danneggiamento seguito da incendio”.
«Essere convocato in tribunale come testimone sull’incendio della mia auto e scoprire che è accusato il consigliere comunale Luca Fanco mi ha lasciato senza parole». Ha dichiarato il Consigliere metropolitano Massimiliano Giordani. «Io e altri componenti del Consiglio comunale di Ardea siamo stati chiamati a Velletri, in Tribunale, per alcune dichiarazioni in riferimento a quei fatti – ha aggiunto – Scoprire che Luca Fanco deve rispondere di quanto previsto dall’articolo 424 del codice penale (Danneggiamento seguito da incendio) è un fatto che lascia basiti. Fanco è stato rinviato a giudizio e deve essere giudicato su un’azione che poi ha avuto una serie di emulazioni con gli incendi alle auto del sindaco e di altre personalità del territorio. Devo dire di essere rimasto particolarmente sorpreso nel vederlo lì. Se dovessero essere accertate responsabilità a suo carico, allora ci dovrà spiegare in aula – e non solo in quelle di un Tribunale – i perché di questa sua azione. Per lungo tempo c’è chi ha parlato di malavita organizzata, mafia, ‘ndrangheta, camorra dietro questi attentati incendiari. Tutto ciò venne smentito dal ministro dell’Interno Angelino Alfano che aveva detto pubblicamente che si trattava di una questione locale. E altrettanto fece l’ex prefetto di Roma Giuseppe Pecoraro. Ma mai avrei pensato che la giustizia avesse avviato una indagine contro un consigliere che nel tempo si è lanciato contro l’attuale maggioranza, volendo apparire come paladino della trasparenza e della legalità. Visto che lui stesso in Consiglio ha tenuto a urlare ‘dimettetevi’ più volte, mi permetto di dirglielo io. Se le cose accuse al vero, si dimetta lui dal suo incarico di consigliere. Luca Fanco, o dici ai cittadini qualcosa di quella giornata oppure spiega loro che sei vittima di un caso giudiziario che ti porta a essere vittima innocente, con l’intero sistema giudiziario che ha disegnato qualcosa contro di te. Rispondi pubblicamente alle accuse che ti stanno facendo».
Pesanti dichiarazioni da parte del consigliere Fanco, raggiunto al telefono da Il Caffè: «Non c’è nessuna prova della mia colpevolezza. Si tratta dell’ennesimo tentativo andato a vuoto per togliere di mezzo un consigliere che ha sempre denunciato l’illegalità diffusa dell’operato del Sindaco Di Fiori e della sua maggioranza. A mio carico ci sono solo le dichiarazioni false dell’ex Comandante dei Carabinieri Antonio Landi, del Sindaco e dei suoi consiglieri, che comunque non provano il mio coinvolgimento. Stanno cercando di tapparmi la bocca».