Non era una data qualsiasi, perché quello era l’ultimo giorno della campagna elettorale che poi avrebbe determinato il secondo mandato da primo cittadino di Ajmone Finestra.
NASCITA NELL’INCOMPATIBILITÀ
In orario di pranzo e nell’arco di mezz’ora furono approvati i documenti che poi avrebbero regolato i rapporti tra il Comune di Latina (proprietario del 51% delle azioni) e l’Associazione Temporanea d’Impresa (ATI) formata dalla Colucci Appalti (48,99%) e dalla Tecno Trattamento Rifiuti del gruppo Acqua – Emit dei fratelli Pisante (0,01% delle azioni).
Venne nominato Presidente della Società proprio Ajmone Finestra, che però non poteva firmare gli atti nel doppio ruolo di rappresentante legale dei due soci. Si scelse così di delegare alla firma il Vicepresidente nominato dall’ATI, il napoletano Marco Fiorentino che cinque anni dopo troveremo nel CdA di Idrolatina, la Srl che raggruppava i soci privati di Acqualatina, tra i quali c’erano a suo tempo anche i Colucci e i Pisante. L’accostamento non è casuale perché una scena del genere si ripeté uguale il 2 agosto 2002 con la firma degli atti per la costituzione dell’attuale gestore del servizio idrico dell’ATO 4, Acqualatina, tra l’allora Presidente della Provincia Paride Martella (a sua volta incompatibile) e il Vicepresidente di Acqualatina Raimondo Besson.
COME TI INCASTRO IL COMUNE
Dandoli per già letti e perfettamente compresi nei minimi particolari, oltre alla nomina degli organi sociali, furono così siglati l’atto costitutivo, lo statuto e la famigerata convenzione di gestione che poi avrebbe incastrato il Comune, cioè il socio di maggioranza, inchiodandolo ad una serie di infiniti adempimenti a favore del socio privato. Infatti, per mettere ancor meglio in chiaro chi avrebbe comandato, fu stabilito che proprio il socio privato, anche se detentore del capitale di minoranza, avrebbe avuto la maggioranza (quattro componenti su sette) nel Consiglio di Amministrazione della società.
Al medesimo socio privato spettava poi il compito di designare l’Amministratore Delegato. Decisero che chiunque fosse stato investito di quella carica non poteva essere rimosso in alcun modo dal socio di maggioranza: altra scena che si è ripetuta perfettamente uguale con la costituzione di Acqualatina.
SEMPRE I SOLITI NOMI
Una scena talmente affascinante per l’intera classe politica di Latina che si è ritenuto replicarla alla conclusione del secondo e ultimo mandato di Ajmone Finestra con la costituzione di Central Parks, la società che avrebbe dovuto realizzare e gestire per 99 anni il “Parco Tematico” (una lottizzazione mascherata da intervento pubblico in zona vincolata) e le Terme di Fogliano: visure storiche alla mano, ci si accorge che i personaggi, gli attori e i replicanti erano gli stessi di Latina Ambiente (inclusa la controllata Ecoambiente) e Acqualatina.
INCESTI FINO AD OGGI
Conflitti d’interesse e commistioni di ruoli poi sono proseguiti allegramente durante tutta la vita della società, fino ai giorni nostri. Due esempi risaltano su tutti: la nomina a Presidente della municipalizzata di Mario Taglialatela, effettuata nel 2006 da Vincenzo Zaccheo (successore di Ajmone Finestra nella carica di Sindaco), che era allo stesso tempo Segretario Generale del Comune, e il contratto di servizio tra lo stesso Comune e Latina Ambiente siglato l’8 marzo 2013.
Questo contratto, tra le altre clausole, prevedeva ulteriori oneri a carico del Comune per realizzare una raccolta differenziata che permettesse il raggiungimento degli obiettivi di legge già scaduti (il 65% entro il 2012). Nessuno però dentro l’amministrazione si è chiesto come mai a siglare tale impegno per conto della Latina Ambiente, sempre in qualità di Amministratore Delegato, fosse stato Bruno Landi, cioè la stessa persona che amministrava la Ecoambiente: il gestore della seconda discarica di Borgo Montello. È lo stesso signore intercettato in amichevoli colloqui sui rifiuti con l’ex sindaco Di Giorgi e gli ex consiglieri Enzo De Amicis e Fabrizio Mattioli votatissimo nei borghi Bainsizza e Montello.
HANNO MESSO LA DIFFERENZIATA IN MANO A CHI HA LE DISCARICHE…
Solo a Latina si poteva pretendere che la raccolta differenziata decollasse da uno che aveva nello smaltimento indifferenziato dei rifiuti il suo principale interesse (coincidente con quello del suo “principale” Manlio Cerroni). Tanto poi, tra una commistione e l’altra, alla fine hanno pagato sempre e solo i cittadini.
Nessuno stupore quindi se, come si legge nella relazione al bilancio del 2013 (l’ultimo approvato), la società definisce il suo azionista di maggioranza “il principale cliente della nostra attività”, mentre tra i tantissimi consulenti e fornitori troviamo una schiera di avvocati, alcuni ristoranti, una società produttrice di panettoni e pandoro e persino alcune pizzerie. Forse è proprio tra questi ultimi “fornitori” che troviamo l’unica consolazione di questa miserevole vicenda: anche se per pochi euro, tra le pizzerie interessate c’è quella del “mitico” Gennaro tanto cara ai lavoratori, agli studenti, alle giovani coppie sulla cui bontà siamo tutti d’accordo. A chi non ha le mani in pasta, resta almeno la pizza.
Lavoratori a rischio
Nel 2013 la Latina Ambiente ha aumentato di 358mila euro i costi per il personale con l’assunzione di lavori interinali per svolgere lavori precedentemente affidati all’esterno. Con la liquidazione della società questi lavoratori rischiano il licenziamento.
Gli stipendi di quelli che dovevano controllare *
Sindaco del Comune di Latina: 65.592 € l’anno più 8,5% di IRAP
Vicesindaco e Assessore: 49.194 € l’anno più 8,5% di IRAP
Assessori “semplici”: 39.356 € l’anno più 8,5% di IRAP
Presidente Consiglio comunale: 3.279,71 € al mese più 8,5% di IRAP (il compenso è variabile)
Consiglieri comunali: 1.366,54 € al mese più 8,5% di IRAP, con almeno 15 presenze (non importa la durata) in Commissioni e Consiglio
(* dati anno 2014)