- ENTI SULL’ORLO DEL CRACK E SCARICABARILE
Il provvedimento infatti si è reso necessario perché alcuni di questi Consorzi, in particolare quello dell’Agro Pontino, sono ormai giunti al limite del collasso finanziario poiché non vengono pagati. I dipendenti si trovano senza stipendio da mesi e solo nei giorni scorsi la stessa Regione Lazio ha adottato una misura tampone per fornire un po’ di liquidità a questo ente. Ma la situazione rischia di ripresentarsi presto se non si interviene alla radice della questione.
Il problema sta nel palleggio di responsabilità in corso da anni tra i gestori del servizio idrico integrato (Acea Ato 2 e Acqualatina per quanto riguarda la nostra zona) e l’Amministrazione regionale su chi debba pagare il servizio svolto dai Consorzi, che abbracciano l’area pontina, il litorale e i Castelli Romani.
- EPPURE LA LEGGE ERA CHIARA
Questo palleggio si è innescato nonostante a suo tempo la normativa fosse ben chiara. La legge regionale n. 53 del 1998, infatti, aveva previsto l’obbligo del versamento della tariffa per i gestori del servizio idrico integrato “che utilizzino canali o strutture di bonifica come recapito di scarichi di propria competenza, anche se di acque meteoriche o depurate” provenienti da insediamenti urbani. Dato che i Consorzi di Bonifica non stanno lì per capriccio di qualcuno, ma per impedire che i territori ritornino nello stato in cui si trovavano prima di essere bonificati (sono a tutti gli effetti dei consorzi obbligatori), gli stessi gestori idrici dovevano anche contribuire alle spese consortili, ivi comprese quelle generali.
Il pagamento del canone doveva essere stabilito da apposite convenzioni che ogni Consorzio avrebbe dovuto firmare con i gestori sulla base di una convenzione tipo già approvata dalla Giunta regionale (delibera n. 3689 del 25 giugno 1999); ogni convenzione sarebbe durata 5 anni per poi essere rinnovata.
- L’ARTE DI INCASSARE… E NON PAGARE
La firma però non c’è mai stata e di conseguenza nel 2006, con un nuovo atto che richiamava integralmente quanto su riportato, la Regione si è vista costretta a nominare un Commissario ad acta che ha provveduto a stipulare le convenzioni con i singoli Consorzi al posto dei gestori. Si è sviluppato così un contenzioso, innescato soprattutto da Acqualatina che pur ha incassato nel frattempo la relativa quota di tariffa caricandola sulle bollette. Il contenzioso si è incentrato prima sul chi dovesse pagare e poi sul quanto doveva essere il canone a favore dei Consorzi stessi. Una lotta che si è svolta soprattutto nei Tribunali: si è arrivati persino al pignoramento dei conti correnti di Acqualatina, da parte dello stesso Consorzio di Bonifica dell’Agro Pontino.
ACEA E ACQUALATINA: COME AFFOGARE GLI ENTI
Ma una volta scaduta il 31 dicembre 2010 la prima convenzione, quella successiva non è stata ratificata, né da parte di Acea Ato 2 né da parte di Acqualatina lasciando i Consorzi senza i soldi previsti. È stato così che negli ultimi cinque anni alcuni Consorzi, in particolare proprio quello dell’Agro Pontino, si sono indebitati fino al collo ed ora i fornitori non gli fanno più credito. Una situazione insostenibile che è esplosa proprio nei mesi in cui i territori, non solo in pianura, sono a maggior rischio di inondazioni. In questo quadro si è inserita la nuova convenzione approvata recentemente dalla Giunta Zingaretti che però contiene almeno tre aspetti a dir poco dubbi rispetto alla soluzione del problema. 1) A stipulare le convenzioni con i Consorzi di Bonifica torneranno ad essere le “rispettive Province” cioè gli stessi Enti che la riforma costituzionale del governo Renzi dovrebbe abolire definitivamente entro il prossimo anno. 2) Manca qualsiasi riferimento ai soldi che i gestori dovevano comunque pagare negli ultimi anni agli enti di Bonifica, cioè da quando era scaduta la prima convenzione. 3) Per finanziare i Consorzi, la Regione stessa assume sul proprio bilancio oneri che scatteranno solo dall’esercizio del 2018: sarà un caso ma è proprio il bilancio che si dovrà approvare dopo le nuove elezioni regionali e nazionali. Nel frattempo, e noi per primi siamo stanchi di ripeterlo, speriamo che non piova troppo.