I sindaci di Genzano, Albano, Ariccia, Rocca di Papa, Lanuvio, Nemi, Ardea, Castel Gandolfo e Pomezia non hanno ancora firmato e rinviato al mittente la bozza di contratto shock con cui la società Pontina Ambiente, proprietaria della discarica di Roncigliano, sta cercando di imporre un nuovo aumento delle tariffe di smaltimento dei rifiuti urbani ed un colpo di spugna extragiudiziario sul “processo Cerroni”. La lettera dei padroni della discarica è chiara: se i sindaci non si piegano, come al solito, non gli fanno più sversare l’immondizia. Un vero spauracchio per i sindaci e le varie compagini politiche al potere.
È il golpe di cui abbiamo parlato nello scorso numero de il Caffè: in soldoni, il capo della discarica e re dell’immondizia Manlio Cerroni, ora alla sbarra per lo scandalo rifiuti scoppiato a gennaio 2014 con 7 arresti, esige che i Sindaci sottoscrivano una dichiarazione secondo cui l’operato del suo gruppo è stato regolare e perfetto. Il contrario di quanto sostengono magistrati delle Procure di Roma e Velletri, Carabinieri e Guardia di Finanza dopo anni di indagini serrate e complesse: il presunto “boss” dei rifiuti della Regione Lazio e i suoi più stretti collaboratori, tra cui l’ex direttore tecnico di Roncigliano, Pino Sicignano, sono accusati a vario titolo di aver messo su una potente associazione a delinquere, di aver commesso vari reati contro l’ambiente e di aver truffato per almeno 11 milioni di euro i Comuni clienti della discarica di Roncigliano.
Cioè gli stessi ai quali ora chiedono di “certificare” che la gestione era impeccabile. Inoltre l’Agenzia regionale per la protezione ambientale e dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca Ambientale hanno attestato l’inquinamento.
- ANNUNCIANO IL GRAN RIFIUTO. L’ARIA È CAMBIATA?
E ora, un braccio operativo di quella presunta banda criminale le cui responsabilità sono da dimostrare in giudizio, vorrebbe che i rappresentanti istituzionali delle presunte vittime si rimangiassero la parola e dicano che in quella discarica filava tutto secondo legge. 7 dei 10 Comuni clienti di Roncigliano – Pomezia, Albano, Ariccia, Genzano, Lanuvio, Castel Gandolfo e Rocca di Papa – si sono infatti costituiti parte civile nel processo “Cerronopoli”, riconoscendo in tal modo la fondatezza delle accuse, gran parte delle quali riguardano proprio la discarica di Roncigliano. Ai Sindaci abbiamo domandato se hanno firmato o firmeranno l’accordo con la cerroniana Pontina Ambiente. Ci hanno risposto tutti di no. Alcuni per iscritto (Genzano, Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Pomezia e Rocca di Papa). Altri ancora, inutilmente contattati per iscritto, “rincorsi” al telefono alla fine si sono espressi (Ardea, Lanuvio e Nemi). Il primo a rispondere è stato il sindaco di Albano, Nicola Marini, che è anche il più duro e tranchant di tutti: ha definito l’atto della Pontina Ambiente «una proposta irricevibile».
- LA TRATTATIVA DI ROCCA DI PAPA
Il primo cittadino Pasquale Boccia di Rocca di Papa parla tramite l’ufficio stampa: dice che è in corso con la Pontina Ambiente una sorta di trattativa che riguarda alcuni aspetti del contratto, anche se lo stesso ufficio stampa non sa dire su quali in particolare. La lettera per il colpo di spugna ammazza-processo è stata inviata anche al Comune di Marino, gestito attualmente dalla Commissaria prefettizia Enza Caporale. Anche a lei abbiamo domandato cosa intendere fare rispetto alla proposta cerronista. Ci ha fatto rispondere dalla sua segretaria, dottoressa Annamaria Gavotti -: «Siamo in ordinaria amministrazione – , la vicenda sarà di competenza ella prossima amministrazione comunale eletta dai cittadini».
- MANCA UNA STRATEGIA COMUNE
Complessivamente l’aria sembra decisamente cambiata rispetto al 2007, quando ben 8 sindaci si piegarono in pochi giorni ad un altra “pressione” e finirono per sottoscrivere una lettera con cui chiesero alla Regione Lazio, guidata allora da Piero Marrazzo, inceneritore e 7° invaso, l’ultima enorme vasca della discarica attiva da agosto 2011 e oggetto di presunti interramenti fuorilegge. Però questa proposta di accordo, inviata ai sindaci singolarmente, uno ad uno, tra la fine di agosto e l’inizio di settembre, è rimasta top secret fino a novembre. Nessuno di loro, da allora, ha ancora indetto una Conferenza dei sindaci, la tavola rotonda istituzionale per discutere della vicenda con tutti gli altri e magari abbozzare una linea di risposta comune, seria e rigorosa, o per coinvolgere anche i vertici della Regione Lazio. Stanno tutti aspettando. Ma cosa?
Perché la questione è rimasta “occulta” fino a che il Caffè non ha dato notizia? E se davvero Cerroni chiuderà i cancelli della discarica per questi cosa faranno? Dove e come smaltiranno l’immondizia indifferenziata che è ancora tantissima?
- RESTA IL NODO DEL ‘PORTA A PORTA’
Tale scenario terrorizza le amministrazioni comunali. Sta venendo al pettine il nodo della raccolta differenziata ‘porta a porta’. L’allora Provincia di Roma, con la presidenza Zingaretti, ha previsto il finanziamento completo per l’avvio dei primi due anni di ‘porta a porta’. Ai Comuni per prendere i fondi provinciali bastava e basta tuttora inviare il progetto.
Ma quasi tutti ci hanno dormito sopra. Quindi se scoppierà un’altra emergenza rifiuti,la responsabilità è di chi – dirigenti e amministratori locali – non ha avviato o ha ritardato il ‘porta a porta’.