«La scuola non può fare il cane da guardia delle famiglie morose». A dichiararlo a Il Caffè è il dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo Ardea 3, uno di quelli (insieme all’Ardea 2) a cui il Comune ha inviato l’elenco dei 130 bambini che non potranno più usufruire del servizio mensa a causa della morosità dei loro genitori che, secondo l’Ente, dopo aver sottoscritto un contratto con il Comune per il rientro dal debito, avrebbero pagato solo la prima rata e poi si sarebbero “volatilizzati” di nuovo. Ma Carlo Eufemi, preside dell’Ardea 3 ed ex Sindaco della città rutula, ha inviato all’Ente comunale una lettera di risposta in cui rende chiaro cosa pensa di tale provvedimento.
“Si ricorda che il servizio mensa e le attività amministrative connesse sono di esclusiva competenza di codesta Amministrazione comunale”, si legge nella lettera protocollata in Comune il 4 febbraio scorso. Come a dire: sbrigatevela da soli. Non sarà, quindi, il personale scolastico a prendere le prenotazioni e a dire ai bambini chi potrà mangiare in mensa e chi no. “Si ribadisce che questa scuola – scrive Eufemi – non esistendo alla data odierna alcun protocollo d’intesa e/o accordo formalizzato con codesto Ente (il Comune, ndr) o con la ditta incaricata relativo alle procedure finalizzate all’ordinazione dei pasti, non può svolgere alcun compito in merito, che non sia rimesso alla buona volontà degli operatori scolastici a collaborare, come accaduto finora”. “Si comunica perciò che ogni comunicazione agli utenti riguardante la regolarità del rapporto instaurato con codesto ufficio non può e non deve riguardare assolutamente questa Istituzione Scolastica”.
Se il Comune vuole interrompere il servizio per 130 bambini, almeno per le scuole dell’Ardea 3, dovrà organizzarsi da solo.