Roncigliano, la discarica di Albano situata al confine con Ardea e Pomezia, sembra essersi trasformata di nuovo in un affare di Stato. Dal 1° marzo i cassonetti dei Comuni di Albano, Castel Gandolfo, Ariccia, Marino, Genzano, Lanuvio, Nemi, Ardea e Pomezia rischiano di restare stracolmi di spazzatura. Lo scorso 4 febbraio la società Pontina Ambiente, proprietaria del sito, ha inviato a 9 primi-cittadini suoi utenti e clienti una diffida con la quale chiede agli amministratori pubblici di firmare un contratto shock destinato a regolare il nuovo e salatissimo costo di smaltimento dei rifiuti non differenziati. Ma anche che questi stessi sindaci sottoscrivano espressamente una clausola secondo cui il trattamento del pattume a Roncigliano nel corso degli ultimi 20 anni sarebbe stato eseguito dai gestori del mondezzaio a norma di legge. In caso contrario l’azienda di Manlio Cerroni, il “re di Malagrotta”, è pronta a negare l’accesso agli auto-compattatori. Al momento, solo il Comune di Rocca di Papa non rischia una “crisi dei cassonetti” visto che ha già sottoscritto nei mesi scorsi la proposta di contratto cerroniana. In sintesi, è quanto hanno riferito al Caffè due sindaci dei Comuni interessati che preferiscono però restare anonimi. Tutto ciò, mentre magistrati, carabinieri, finanzieri, funzionari pubblici dell’Arpa Lazio, l’Agenzia Regionale di Protezione Ambientale, e dell’Ispra CNR, l’Istituto Superiore di Protezione e Ricerca Ambientale, hanno continuato ad indagare a più riprese negli ultimi anni sulla gestione non trasparente del sito. L’esistenza del contratto shock era stata rivelata dal nostro giornale a novembre scorso (leggi Il Caffè n.339), ma da allora la vicenda non sembra aver trovato ancora una soluzione (leggi Il Caffè n.340, 341, 345 e 346).
VERTICE D’EMERGENZA DEI SINDACI
Venerdì mattina 12 febbraio a palazzo Savelli, sede del Comune di Albano, si è tenuto un vertice di emergenza convocato dal primo-cittadino Nicola Marini a cui hanno partecipato però non solo sindaci, ma anche avvocati, funzionari e dirigenti pubblici. Presenti i Comuni di Albano, Genzano, Ariccia, Ardea e la Commissaria prefettizia Enza Caporale per Marino; assenti Pomezia, Castel Gandolfo, Nemi e Lanuvio.
VIA LE CLAUSOLE “IRRICEVIBILI”
“I sindaci presenti – ha raccontato al Caffè uno degli amministratori pubblici – hanno deciso di rispedire al mittente le clausole relative a qualità delle prestazioni passate e caro-tariffe. Sono irricevibili. Punto. Prima di tutto il passato … non è passato – ha sostenuto laconico -, ma resta aperto, perché sulla regolarità delle prestazioni svolte in discarica dal 2006 al 2012 compresi, ci sono due procedimenti giudiziari in corso, il “processo Cerroni” ed il “Cerroni bis”, e non siamo certo noi a doverci esprimere sul punto. In secondo luogo – ha sbottato ancora il primo-cittadino – prima di pagare per intero la tariffa, vogliamo essere sicuri che il trattamento dei rifiuti avvenga nei termini di legge. Per questo stiamo per chiedere alla Regione verifiche sulle modalità di funzionamento del TMB (ndr, l’impianto dove la spazzatura in arrivo viene suddivisa in frazioni merceologiche minori, sminuzzata e avviata a interramento o incenerimento). In alternativa – ha sottolineato – pretenderemo che la Regione sottoscriva un protocollo d’intesa per permettere a noi Comuni di svolgere da soli i dovuti controlli. Invece alla Pontina Ambiente – ha concluso – chiederemo una pesatura della spazzatura adeguata alle esigenze di controllo pubblico”.
LA REGIONE DOVRÅ RIVEDERE LE TARIFFE TROPPO ALTE
“Una sentenza del Consiglio di Stato (Tribunale che si occupa del secondo grado dei processi amministrativi, ndr) del 25 gennaio scorso – ha sostenuto ancora un altro Sindaco – ha bocciato le tariffe predisposte dalla Regione per Malagrotta. Per questo motivo, chiederemo al Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e al nuovo Assessore delegato ai Rifiuti Mauro Buschini una verifica seria e approfondita anche delle nuove e carissime tariffe di smaltimento dei rifiuti di Roncigliano introdotte dall’Area Rifiuti con la determinazione n. 4739 del 31 marzo 2015 (leggi il Caffè n.326 pag.15). Ma anche, nell’attesa dei dovuti controlli, l’auto-annullamento del provvedimento stesso”. Tutte queste richieste saranno inserite in un documento in corso di preparazione che verrà inviato alla Regione Lazio e alla società società Pontina Ambiente entro il mese di febbraio. Insomma, l’inceneritore più grande d’Europa, finito al centro di uno scandalo mediatico e giudiziario, molto probabilmente non si costruirà, ma i problemi sembrano tutt’altro che risolti nella discarica di Roncigliano.
“In caso di chiusura della discarica ci troveremmo di fronte ad una interruzione di pubblico servizio. Non si azzardassero a fare una cosa di questo genere!” È quanto ha riferito al Caffè il legale di uno dei Comuni interessati, presente al summit dei 9 primi-cittadini.