C’è chi prova a costruirsi direttamente una casa, chi si accontenta di un piccolo manufatto in giardino o di un muretto di recinzione e chi invece punta alla piscina. La piaga dell’abusivismo edilizio è, da sempre, molto diffusa ai Castelli Romani. La conformazione del territorio si presta e in molti casi aiuta le persone che, sentendosi al riparo da occhi indiscreti, tentano di costruire senza chiedere i necessari permessi. Per questo motivo lo scorso giugno la Regione Lazio e la Procura della Republica di Velletri hanno sottoscritto un protocollo di Intesa per avviare una concreta azione di contrasto all’abusivismo edilizio e i risultati, oggi, iniziano a farsi vedere in diversi Comuni dei Castelli.
“Nella maggioranza dei casi si tratta di manufatti abusivi a volte anche in aree soggette a vincoli paesaggistici – spiega Gabriele di Bella, comandante della Polizia Locale di Nemi – Abbiamo creato una vera e propria task force e lavoriamo in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e con il Parco dei Castelli romani. C’è una costante azione di monitoraggio che procede parallelemente alla demolizioni dei manufatti dopo le sentenze passate in giudicato”. Per scoprire gli abusi, oltre all’aerogrammetria sono stati utilizzati persino i sommozzatori del gruppo dei Carabinieri: “In certe parti del lago di Nemi tra alberi, rovi e alte recinzioni la visuale è scarsa e il punto migliore per monitorare la situazione è dall’acqua – sottolinea Di Bella – Su questo tema abbiamo trovato grande attenzione da parte della Procura della Repubblica di Velletri che ha individuato nel contrasto all’abusivismo edilizio un’assoluta priorità”. Procura che ha indicato 156 immobili da rimuovere per ripristinare lo stato originario dei luoghi, respingendo alcuni ricorsi. Gli interventi di demolizione dovranno essere pagati dai proprietari o, in caso di inadempienza, dal Comune che però addebiterà le spese ai proprietari o, in alternativa, acquisirà gratuitamente il patrimonio da rimuovere.
Nel mirino dei furbi spesso c’è l’area del Parco regionale dei Castelli Romani dove si registra un tasso di abusivismo doppio rispetto a quello dei Comuni esterni all’area protetta con un aumento delle costruzioni non autorizzate. Situazioni problematiche sono comunque diffuse su tutto il territorio: il Comune di Rocca Priora ha inviato 180 lettere alle famiglie con la comunicazione della mancata concessione del condono edilizio richiesto una decina di anni fa mentre a Marino sono già entrate in azione le ruspe. Un manufatto è stato demolito il 10 febbraio a Frattocchie, in località Castagnole. “I proprietari hanno deciso di collaborare, nelle prossime settimane ci potrebbero essere uno o due abbattimenti – spiega Alfredo Bertini, comandante della Polizia Locale di Marino – Il Piano Regolatore ha messo un po’ di ordine e il fenomeno della costruzione di case abusive, molto diffuso in questo Comune negli anni 80, è quasi scomparso”.
“Nella maggioranza dei casi si tratta di manufatti abusivi a volte anche in aree soggette a vincoli paesaggistici – spiega Gabriele di Bella, comandante della Polizia Locale di Nemi – Abbiamo creato una vera e propria task force e lavoriamo in collaborazione con il Corpo Forestale dello Stato e con il Parco dei Castelli romani. C’è una costante azione di monitoraggio che procede parallelemente alla demolizioni dei manufatti dopo le sentenze passate in giudicato”. Per scoprire gli abusi, oltre all’aerogrammetria sono stati utilizzati persino i sommozzatori del gruppo dei Carabinieri: “In certe parti del lago di Nemi tra alberi, rovi e alte recinzioni la visuale è scarsa e il punto migliore per monitorare la situazione è dall’acqua – sottolinea Di Bella – Su questo tema abbiamo trovato grande attenzione da parte della Procura della Repubblica di Velletri che ha individuato nel contrasto all’abusivismo edilizio un’assoluta priorità”. Procura che ha indicato 156 immobili da rimuovere per ripristinare lo stato originario dei luoghi, respingendo alcuni ricorsi. Gli interventi di demolizione dovranno essere pagati dai proprietari o, in caso di inadempienza, dal Comune che però addebiterà le spese ai proprietari o, in alternativa, acquisirà gratuitamente il patrimonio da rimuovere.
Nel mirino dei furbi spesso c’è l’area del Parco regionale dei Castelli Romani dove si registra un tasso di abusivismo doppio rispetto a quello dei Comuni esterni all’area protetta con un aumento delle costruzioni non autorizzate. Situazioni problematiche sono comunque diffuse su tutto il territorio: il Comune di Rocca Priora ha inviato 180 lettere alle famiglie con la comunicazione della mancata concessione del condono edilizio richiesto una decina di anni fa mentre a Marino sono già entrate in azione le ruspe. Un manufatto è stato demolito il 10 febbraio a Frattocchie, in località Castagnole. “I proprietari hanno deciso di collaborare, nelle prossime settimane ci potrebbero essere uno o due abbattimenti – spiega Alfredo Bertini, comandante della Polizia Locale di Marino – Il Piano Regolatore ha messo un po’ di ordine e il fenomeno della costruzione di case abusive, molto diffuso in questo Comune negli anni 80, è quasi scomparso”.
17/02/2016