E dire che i tre caballeros – il Presidente del Consiglio Fabrizio Acquarelli, con i suoi consiglieri di riferimento Francesco Paolo Corso e Nazareno Sperandio – si erano anche premurati di inviare alla stampa le loro dichiarazioni al vetriolo, con richiesta di pubblicazione. Una sorta di messaggio da far arrivare ai vertici. Peggio: un modo per alzare la posta in palio.
Nel frattempo sono arrivate le dimissioni del Sindaco, gesto che ha rimesso in discussione quella che sembrava la fine inesorabile della sua Amministrazione.
In tutto questo c’è il ruolo dell’opposizione, coinvolta e (dicono) convinta nel voler firmare le dimissioni per far cadere il Sindaco, ma non senza celare un certo scetticismo sulla reale intenzione dei colleghi di maggioranza di lasciare la poltrona. «Dopo tre giorni di fuoco in cui sembrava che stesse per concludersi la vergognosa era Di Fiori, i tre moschettieri si sono ritirati nelle segrete stanze in pausa di riflessione», hanno spiegato in una nota congiunta i segretari di PD e PSI di Ardea. «Fabrizio Acquarelli, Francesco Paolo Corso e Nazareno Sperandio, dopo aver sventolato ai quattro venti le proprie dimissioni dalle rispettive cariche di Consiglieri comunali, non ce l’hanno fatta. Ne danno il triste annuncio il Partito Democratico e il PSI di Ardea che, pieni di speranza per un paese ormai allo sfacelo, ripongono ormai le loro speranze nel solo e unico potere dei miracoli». E ancora: «Dopo la nomina del vice-sindaco, le dimissioni del Sindaco Di Fiori, quelle di Acquarelli da presidente del Consiglio, e un gran traffico di telefonate a destra e a manca, sembra abbiano vinto i poteri forti, quelli in grado di cambiare il corso degli eventi e che sfuggono al controllo dei comuni mortali. Il risultato è che nella migliore delle ipotesi ci avviamo verso un lungo anno di commissariamento” in cui il centrodestra avrà “tutti gli strumenti per riorganizzarsi e per far trascorrere il tempo necessario a far dimenticare il totale menefreghismo per il nostro territorio che ha caratterizzato questi quattro anni di mal governo; nella peggiore avremo altri mesi di agonia in cui questi signori, se possibile, peggioreranno lo stato comatoso in cui versa la nostra città».