E’ terminato con le atlete nettunesi sotto le tribune del Palazzetto di Santa Barbara a raccogliere l’abbraccio virtuale dei propri sostenitori il derby Under 16 femminile tra Pallavolo Nettuno ed Anzio, vinto dalle padrone di casa con un rotondo e meritato 3-0. Un successo pesante, anzi pesantissimo per le ragazze di coach Soldati che porta in dote (oltre alla storica lotta per la supremazia territoriale tra i due comuni) anche e soprattutto la vittoria del campionato con ben due turni di anticipo. (Pallavolo Nettuno resterebbe matematicamente prima anche perdendo le ultime due partite). Miglior epilogo stagionale non avrebbero potuto immaginarlo in casa Nettuno, vincere un campionato stradominato dall’inizio alla fine proprio davanti alle avversarie più odiate (sportivamente parlando s’intende), e farlo potendo sfoggiare dei numeri da vera e propria fuoriserie: 12 vittorie su 12 partite ed appena tre set concessi in tutta la stagione (1 proprio all’Anzio nella gara di andata e 2 al Free Club il 14 febbraio scorso), statistiche, queste, che si commentano da sole. Sul fronte opposto, la compagine anziate (che sta disputando questo campionato sotto età) ha destato sicuramente una buona impressione sotto il punto di vista tecnico tattico mentre ha lasciato a desiderare per quanto riguarda l’approccio mentale e di tenuta psicologica, che poi alla fine della fiera è stato proprio questo aspetto che ha fatto la differenza tra le due squadre. Anzio che comunque chiuderà il suo campionato al terzo posto, risultato niente male se si calcola la giovane età media delle ragazze. Sfida nella sfida poi, che destava grande curiosità alla vigilia, quella che ha messo di fronte due tra gli allenatori più bravi di tutto il territorio, Luigi Soldati da una parte con i suoi 25 anni di panchine praticamente in tutte le categorie di questo sport e Deborah Picerno dall’altra che nelle ultime nove stagioni ha fatto le fortune del settore giovanile anziate. Due caratteri diversi, due modi di approcciare alla pallavolo diametralmente opposti ma due coach legati fondamentalmente da un unico comun denominatore, la cultura del lavoro legata ad una grande competenza.“E’ stata una bella partita, sicuramente un match che valeva la pena giocare – ha dichiarato Luigi Soldati al Caffè nell’immediato post gara – l’abbiamo sentita parecchio per la rivalità che c’è da sempre tra Anzio e Nettuno e non siamo riusciti sicuramente ad esprimere il nostro miglior volley, ma va bene così visto che abbiamo vinto sia il derby che il campionato”. “La soddisfazione più grande – ha proseguito il coach nettunese – è il constatare i grandi progressi che hanno fatto le ragazze da quando le ho prese un anno fa. La scorsa stagione infatti questo gruppo era parecchio indietro, sia dal punto di vista prettamente mentale che sotto l’aspetto tecnico tattico, le basti pensare tanto per fare un esempio che quando sono arrivato erano abituate a ricevere a cinque e chi stava a posto tre alzava, il lavoro da fare è stato tantissimo. Il campionato precedente lo abbiamo chiuso all’ultimo posto vincendo però le ultime 3 partite e la cosa che mi riempie di orgoglio è che da quelle tre partite alle dodici di quest’anno non ci siamo più fermati portando a casa un’ incredibile striscia di quindici vittorie consecutive. Questo ci da la consapevolezza di aver lavorato bene e di aver consolidato il sacrificio fatto a partire dallo scorso anno”. “La loro è stata una crescita – spiega Soldati – che è passata prima dalla testa per arrivare poi alla tecnica, quello che sin dall’inizio ho cercato di insegnare alle ragazze è che devono puntare sempre a superare loro stesse e i propri limiti, poi la vittoria sull’avversario è una diretta conseguenza di questo. Il lavoro più grande che ho fatto con loro riguarda proprio l’aspetto mentale: dalla gestione della paura a quella della cattiveria agonistica, dal far capire che il pallone ha lo stesso peso sullo 0-0 che sul 25 pari a trasformare lo stress in energia positiva. Ecco, quando inizi ad avere queste consapevolezze hai vinto a prescindere, indipendentemente da tutto e tutti”. “Tornando alla partita – ha chiosato l’allenatore – nonostante qualche errore di troppo non è mai stata in discussione, abbiamo faticato molto di più nel turno precedente contro il Tor San Lorenzo, squadra a mio avviso decisamente più forte dell’Anzio, ma nessuna è stata in grado di insidiare il nostro primo posto. Ad inizio stagione sapevo che avremmo potuto disputare un buon campionato, ma sicuramente non avrei mai immaginato con questi numeri, le ragazze hanno dimostrato tantissima voglia di far bene, di metterci cuore e carattere, tutto quello che serve per cercare di crescere e migliorare, si sono allenate anche in periodo estivo per recuperare il gap che avevano, andavano via prima dal mare per venire al palazzetto, hanno fatto tanti sacrifici e adesso hanno avuto il premio che meritano”. Delusa per il risultato del derby ma tutto sommato soddisfatta per l’andamento generale del campionato, l’allenatrice delle neroniane Deborah Picerno: “abbiamo subito mentalmente l’importanza del match – ha ammesso – e pagato la nostra inesperienza data sopratutto dal fatto di essere tra le più piccole del campionato. Le ragazze del Nettuno hanno potuto maturare una grinta già dallo scorso anno perché hanno già fatto il campionato di under 16, alcune delle quali allenate proprio da me qui all’ Anzio”. “Noi invece – ha aggiunto – avendo fatto un under 14 giocavamo con una rete molto più bassa e a ritmi più lenti con tutt’altre tensioni quindi ci vuole tempo per abituarsi a questi grandi cambiamenti. Gli errori che ci hanno portato a perdere sono stati errori talmente semplici che dimostrano proprio il fatto che erano dettati da uno stato d’ ansia esagerato. Nei momenti in cui abbiamo fatto il nostro gioco abbiamo sempre recuperato e a volte superato gli avversari a dimostrazione che la partita purtroppo non è andata come doveva andare. Ha sicuramente vinto la squadra che più lo desiderava ma proprio non me la sento di dire che ha vinto la squadra potenzialmente più forte”. “Un anno di differenza a questa età – spiega l’allenatrice – è un abisso, soprattutto sotto il profilo mentale e caratteriale. Il Nettuno non è che attaccava o batteva, siamo stati noi a sbagliare completamente la partita regalando letteralmente una grande quantità di punti. Abbiamo subito troppa pressione psicologica, eravamo impaurite e timorose ed è chiaro che se entri in campo con questo atteggiamento favorisci i tuoi avversari. Siamo la squadra più giovane di tutto il campionato e mi ritengo quindi soddisfatta di quello che siamo riusciti a fare”. “Nel primo set – ha concluso la Picerno – abbiamo giocato decentemente, il secondo lo abbiamo completamente regalato e il terzo eravamo quasi riuscite a recuperarlo dopo che stavamo perdendo 22-13, questo perché abbiamo iniziato a giocare come sappiamo ed è stata la conferma che sotto l’aspetto tecnico non siamo così inferiori al Nettuno, anche perché a mio avviso la squadra veramente forte di questo girone e che aveva qualcosa in più rispetto a tutte le altre era il Free Club, anche se poi il campionato ha emesso un altro verdetto. Alla fine comunque chiuderemo al terzo posto ed è tutto sommato un buon risultato calcolando che lo abbiamo disputato sotto età e che abbiamo perso soltanto con le prime due in classifica. Il prossimo anno punteremo a vincerlo”.
22/02/2016