«Una condanna severa non può inoltre che essere rivolta al consigliere della Lista Abate, responsabile assoluto di aver dato modo ai tre consiglieri ballerini di continuare a giocare sul futuro di questo paese ormai ridotto al degrado più assoluto. Ed è a lui che voglio inviare un mio sincero e spassionato messaggio – prosegue la Capraro -: caro consigliere, la storia insegna, se non sei stato avvertito con largo anticipo, è perché forse nessuno, neanche tra quelli dell’opposizione che ti hanno sempre difeso e sostenuto, ha più alcuno strumento per continuare a darti fiducia».
CRONACA DI UN POMERIGGIO SURREALE
Il pomeriggio del 24 febbraio erano tutti davanti allo studio di un notaio di Albano per depositare le firme delle loro dimissioni, i consiglieri “ribelli” del Comune di Ardea. O meglio: quasi tutti. Già, perché fin dall’inizio si era capito che qualcosa sarebbe andato storto. Il consigliere di opposizione della Lista Abate Umberto Tantari (noto perché già altre volte ha “appoggiato” l’Amministrazione Di Fiori, ad esempio quando col suo voto ha consentito la nomina di Fabrizio Acquarelli a Presidente del Consiglio comunale) non si è presentato all’appuntamento. Vai a capire le ragioni. Eppure anche i tre “traditori” del centrodestra, Sperandio Corso e Acquarelli, avevano mantenuto la promessa presentandosi per firmare.
Nonostante la defezione di Tantari, pur se estremamente pesante in quanto proveniente dalle fila dell’opposizione, va detto che i consiglieri presenti davanti al notaio avrebbero comunque avuto i numeri per mandare a casa Di Fiori, come da giorni assicurano di voler fare. Per far cadere definitivamente il Sindaco (che già si è dimesso ma che, com’è noto, ha tempo fino al 9 marzo per ripensarci) sarebbero bastate nove firme. Quelle di Capraro, Abate, Mauro Giordani, Luca Fanco, Stefano Ludovici, Giancarlo Rossi, Nazareno Sperandio, Fabrizio Acquarelli e Francesco Paolo Corso. Tutti presenti oggi pomeriggio. Ma allora cos’è successo?
La situazione politica ad Ardea è grave, ma non è seria. Una rivisitazione del grande Ennio Flaiano che descrive alla perfezione quanto accaduto questo pomeriggio, sempre che i rumors dicano la verità.
Alla fine, a quanto pare, i tre che per primi hanno annunciato che si sarebbero dimessi, nel nome della buona amministrazione e dell’amore per la città, si sono tirati indietro. Già qualche giorno fa la “chiacchiera” circolava tra gli addetti ai lavori: a spingere Sperandio, Corso e Acquarelli a negare la propria firma sarebbe stata una forte antipatia nei confronti del consigliere Luca Fanco e soprattutto nei confronti delle tante denunce, più o meno condivisibili, che il consigliere ha presentato nei confronti degli esponenti del centrodestra rutulo. Insomma, se la nona firma (quella decisiva) fosse stata la sua, i tre non avrebbero apposto accanto la loro. Che ne è stato dell’interesse della città? Della presunta mala amministrazione di Di Fiori e della sua Giunta? Degli appelli alla responsabilità verso gli altri consiglieri?
Insomma: da una parte abbiamo un consigliere di minoranza, Umberto Tantari, che all’appuntamento per le dimissioni non si è proprio presentato. Dall’altra consiglieri che “giocano” con le istituzioni come se fossero casa loro. A giustificarsi, con una motivazione che invece sembra non comprendere il ruolo “scomodo” di Fanco, è per primo Nazareno Sperandio, raggiunto telefonicamente da Il Caffè: «L’opposizione si è dimostrata spaccata e incapace di trovare una linea concorde – ha detto – Di fronte alla caduta di un’amministrazione siamo tutti responsabili. Non possiamo firmare “al buio”». Sul suo profilo facebook, con un post pubblico, Umberto Tantari ha dato la sua versione dei fatti: «Ora tutti a sbracciarsi dietro una tastiera cercando le responsabilità del sottoscritto, a tutti costoro voglio chiedere se a me mi ha avvisato qualcuno di quanto stava accadendo, se hanno avuto la delicatezza di farmi conoscere il progetto che si stava mettendo in piedi, se è corretto che mi si chiami quindici minuti prima dell’ora dell’appuntamento e senza preavviso, io purtroppo vivo di lavoro e alle 15.00 a differenza di tanti politici ero a lavorare, sono stato invitato tre volte ad andare al protocollo nei giorni scorsi e ci sono andato e molti lo possono testimoniare, dove erano gli altri?». «Vogliono veramente mandare a casa il Sindaco quelli della maggioranza? – provoca Tantari – Presentassero una mozione di sfiducia in consiglio ed il mio voto è garantito, ma io non faccio alzare il prezzo a nessuno con la mia presenza davanti al notaio. Erano in nove, perché non hanno firmato?».
Si può sempre pensare che decidano di riprovarci, ma nel frattempo Ardea langue, stritolata da lotte intestine, giochi al rialzo e segreti di Pulcinella. Se anche Luca Di Fiori riuscisse a riprendere le redini del centrodestra entro marzo, ci si chiede su quali basi sia in grado di governare per un altro anno. Ammesso che il vero interesse di certi politici sia quello della città che li ha messi sul seggio che occupano.