Il Parco e la gestione rifiuti
Sempre più spesso si sente parlare di come sia diventato fragile l’ecosistema a causa principalmente della negligenza e dell’inciviltà dell’uomo, eppure non si riesce ancora a prendere coscienza che le conseguenze negative di un ecosistema danneggiato si ripercuotono pesantemente proprio su noi stessi. “Non serve infatti affermare di volere un Paese più pulito se poi siamo i primi a lamentarci perché costretti a fare la raccolta differenziata, quando in altri Paesi è già una realtà più che consolidata. Possiamo fare molto per iniziare ad invertire la rotta – dicono dal Parco dei Castelli Romani -, qui facciamo chiarezza sulle competenze degli Enti in materia di rifiuti”. La gestione dei rifiuti è di competenza dei Comuni. La legge non individua altri enti locali competenti rispetto alla raccolta e al trasporto di rifiuti e, pertanto, gli enti Parco non possono svolgere le attività di gestione dei rifiuti all’interno delle aree naturali protette sulle quali, invece, possiedono competenza esclusiva “per le attività di conservazione, tutela e fruizione delle risorse naturali”. Compito dell’Ente Parco è anche quello di attuare una politica di “governance”, per impostare un’efficiente ed efficace attività di gestione integrata dei rifiuti, condivisa con i Comuni che rientrano nel territorio del Parco stesso. Priorità assoluta, dunque, diventa il rispetto per l’ambiente, e “quindi l’equilibrata cooperazione tra istituzioni è il percorso obbligato per risolvere il problema in modo efficace”, chiosano dal Parco dei Castelli.
Intervista al comandante Grillo
Guardiaparco dei Castelli Romani: “Noi al lavoro per salvaguardare l’ambiente”
Il Parco dei Castelli Romani è stato istituito con Legge Regionale numero 2 del 13 gennaio 1984 allo scopo di tutelare l’integrità delle caratteristiche naturali e culturali dei quindici Comuni che occupano l’antico Vulcano Laziale, per contribuire al riequilibrio territoriale e allo sviluppo socio-economico delle popolazioni interessate. A vigilare i confini del parco, permettendo così che l’ente del commissario straordinario Sandro Caracci possa espletare al meglio la propria mission ambientale, è il corpo dei guardiaparco, guidati dal comandante Carlo Grillo. In linea generale, il servizio di vigilanza provvede alla sorveglianza del territorio dell’area protetta e delle aree contigue di competenza per il rispetto e l’applicazione di tutte le norme regolamentari e del Piano dell’area protetta, nonché di regolamenti, disposizioni e leggi regionali e nazionali in materia di tutela ambientale e di gestione del territorio e delle disposizioni della Direzione. Il Caffè ha intervistato il comandante Grillo per conoscere meglio i guardiaparco e le attività che giornalmente occupano nell’area protetta dei Castelli Romani. Comandante Grillo, sono ormai tanti anni che opera nel Parco regionale dei Castelli Romani. «Io sono Responsabile dei Guardiaparco dal 1995: prima come Istruttore e poi come Istruttore Direttivo. La prima esperienza è stata come Sottotenente dei Carabinieri di complemento negli anni 1976/77, i famosi “Anni di piombo”. E prima dell’Ente Parco, ero dipendente del Comune di Marino: dal 1981 al 1989». Parliamo un po’ della squadra che vigila all’interno del Parco dei Castelli Romani: da quanti guardiaparco e quanti mezzi è composto il corpo? Quali sono le attività che svolgete sul territorio? «Dunque, siamo complessivamente composti da sedici Guardiaparco più due vice Responsabili. I mezzi a nostra disposizione sono tre “Pick-up” e una piccola autovettura “4×4”. E le attività, che svolgiamo, sono molteplici: dalla vigilanza del territorio alla didattica per le scuole, all’accompagnamento di gruppi di escursionisti, al recupero della fauna selvatica, alla repressione e alla prevenzione di azioni illegali, di abusi edilizi, e dell’abbandono di rifiuti, circolazione fuori strada, prevenzione incendi: naturalmente in collaborazione con le forze dell’ordine, le protezioni civili, i vigili del fuoco e le altre autorità di pubblica sicurezza. Tutto questo su un territorio di 15mila ettari compresi nei 15 Comuni del Parco dei Castelli Romani». Tra i problemi più spinosi e attuali del comprensorio castellano figurano, senza dubbio, quelli dell’abusivismo edilizio e delle discariche illegali dei rifiuti. Come è la realtà nel parco regionale dei Castelli? «Rispetto al passato per l’attività abusiva c’è stata una piccola flessione. In questo momento, la vera emergenza è l’incremento, purtroppo, dell’abbandono dei rifiuti, che potranno essere contrastati in modo efficiente, attraverso l’utilizzo di sistemi di videosorveglianza, fissi ed itineranti».
02/03/2016
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