La storia del teatro di Latina ha dell’incredibile. Se il solo fatto che non siano mai stati fatti interventi di manutenzione tanto da portare la Casa della Cultura a cadere a pezzi può sembrare surreale, la parte fantastica della storia deve ancora arrivare. È Clemente Pernarella ad entrare nel tecnico e chiedere a gran voce al Commissario Prefettizio Giacomo Barbato di fermarsi, prima che sia troppo tardi. Nei giorni scorsi, infatti, è stata aggiudicata la gara per i lavori al D’Annunzio che, dopo mesi di ritardo, dovrebbero davvero partire. Peccato, però, che questi prevedano che il palcoscenico venga dimezzato (diventerebbe da 360 a 150 mq) e che nel bel mezzo spunti un muro.
“‹Pernarella non ci sta: già un mese fa aveva inviato una nota stampa spiegando che «come si evince dalle planimetrie, un muro al limite della zona attualmente agibile lo spazio praticabile sarebbe incredibilmente ridotto. Per intendersi, considerato l’ingombro delle quinte, diventerebbe di poco maggiore del palcoscenico del teatro “Cafaro”. Le porte previste inoltre impedirebbero ogni allestimento di una certa importanza (sarebbero ovviamente esclusi allestimenti con scenografie di rilievo che necessitino uscite ed ingressi). Quindi solo spettacoli le cui scenografie passino per il buco di una porta». Adesso che sono stati aggiudicati i lavori l’attore alza la voce sull’ingiustizia all’italiana, specifica che era entrato nel merito quando ancora tutto poteva essere rivisto e lancia l’ultimo appello al Commissario : «Il teatro riapre (forse) e una città – scrive su Facebook – non ha più uno dei palcoscenici più grandi della regione».