Secondo i giudici amministrativi, nell’immediato è preminente l’esigenza di garantire la sicurezza del funzionamento dell’impianto. Ordinanza così congelata e tutto rinviato alla discussione nel merito della vicenda, fissata per il prossimo 14 febbraio.
Il sequestro del cantiere, compiuto nella primavera scorsa, è stato invece avallato pure dalla Cassazione, che ha rigettato il ricorso del direttore della spa, accusato di abusivismo edilizio.
La vicenda prende le mosse da alcune interrogazioni presentate in consiglio comunale, dove da tempo il gasdotto è uno degli argomenti caldi. Nel cantiere dell’azienda, impegnata nella distribuzione del gpl, a metà aprile effettuarono un controllo i vigili urbani e, ritenendo che la spa stesse realizzando tre strutture in cemento, su cui aveva posizionato un serbatoio da diecimila litri, una recinzione con cui aveva chiuso un’area di duemila metri quadrati e due fabbricati, impiegati come cabine elettriche, senza alcun permesso a costruire, apposero i sigilli all’area. Il sequestro ricevette quindi il via libera prima del giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Velletri e poi del Tribunale del Riesame di Roma. Al direttore della Fiamma 2000 venne contestato di aver fatto costruire i manufatti abusivamente, in violazione dei vincoli sismico, paesaggistico, archeologico e idrogeologico, al fine di ampliare ulteriormente il deposito necessario per il gpl che, tramite gasdotto, viene scaricato dalle navi.