“Non hanno colpito la mia persona ma la Camera di Commercio di Latina da sempre un modello di governance policentrica e collaborativa e rara espressione, sul territorio, di una struttura sempre al servizio dell’economia e degli interessi del sistema imprenditoriale locale”. Vincenzo Zottola parla pochi giorni dopo le dimissioni di 14 consiglieri camerali su 27, dimissioni che da statuto sono irrevocabili e che di conseguenza decretano la sfiducia dello storico Presidente della Camera di Commercio di Latina, che nei prossimi giorni con tutta probabilità sarà commissariata.
L’amarezza, di Zottola è soprattutto per le ripercussioni: a rischio l’approvazione del bilancio consuntivo 2015, le attività di natura promozionale, i progetti condivisi con la Regione Lazio (Call for proposal e Spazio Attivo). All’elenco non può mancare l’avvio della IX edizione dello Yacht Med Festival, uno dei motivi principali che hanno determinato la sfiducia a Zottola, accusato di aver dirottato quasi tuitti i fondi su quell’evento. In realtà, secondo Zottola, «l’incidenza dell’importo specifico previsto a favore dell’Azienda Speciale per l’Economia dl Mare è pari a circa il 24% del totale disponibile, dimostrando la strumentalità delle motivazioni addotte dai consiglieri dimissionari».
«Bisogna smetterla di inventare conflitti più o meno artificiosi – tuona Zottola – e concentrarsi sulle questioni di vera e vitale importanza per le aziende che saranno fortemente danneggiate da un comportamento che, più di altisonanti proclamazioni, esprime la totale assenza di un reale rispetto dei bisogni della classe imprenditoriale. Ho un unico rammarico: non aver saputo intercettare in tempo la forza disgregatrice dei dissidenti che hanno operato lentamente e sotto traccia a dispetto di tutte le inevitabili conseguenze. Dov’è finita la capacità di affrontare e superare le tensioni interne cercando, tra tutti i comportamenti attivabili, di tendere a conservare l’identità e l’integrità dell’Ente rappresentato? Ho sempre creduto nella forza rivoluzionaria del fare rete e dell’aggregazione delle esperienze in quanto valore non solo etico ma anche produttivo e, nonostante tutto, continuerò a credere che percorrere il sentiero della crescita secondo logiche di coesione superando i limiti del frazionamento, della divisione e della sotto utilizzazione delle già limitate risorse disponibili rimane un imperativo per tutelare il bene e l’interesse collettivo». Ma ormai è fatta.