Migliora, ma non troppo, la vita dei pendolari dei Castelli romani. Nella tratta Albano – Ciampino – Roma Termini, l’arrivo dal 13 marzo dei nuovi treni Jazz è stato accolto positivamente da coloro che quotidianamente sono costretti a utilizzare la linea ferroviaria: la peggiore in Italia nel 2014 secondo l’indagine condotta da Legambiente e al terzo posto nel 2015. Tanti però sono i disagi irrisolti a partire dalle frequenze di passaggio dei treni, passando per i tempi di percorrenza rimasti inalterati e per le infrastrutture fatiscenti (alcune stazioni cadono letteralmente a pezzi).
Restringendo il campo di valutazione soltanto ai nuovi treni, le differenze rispetto ai precedenti convogli sporchi e vecchi (la maggior parte era in servizio da oltre 30 anni) sono lampanti e il passo in avanti sotto il profilo qualitativo e della vivibilità appare quanto mai evidente. Niente più porte rotte, bagni inavvicinabili o fuori uso, sedie usurate, sporcizia e temperature polari l’inverno e africane l’estate. I treni Jazz anche esteticamente si presentano bene e sono dotati di prese di corrente a 220 V, predisposizione wi-fi, sistema di climatizzazione e ingresso a raso del marciapiede per facilitare la salita e la discesa dei passeggeri. Un miglioramento nei servizi che rende il viaggio decisamente più confortevole: “Era una vita che aspettavamo queste novità – racconta Elena, pendolare da 20 anni – Ci sembra quasi impossibile avere una presa per il cellulare accanto al proprio posto”. Gli fa eco Claudia, studentessa di Ciampino: “Finalmente questa estate non moriremo di caldo. L’anno scorso ogni giorno c’era qualcuno che si sentiva male”.
Non è tutto oro però quello che luccica, anche se il giudizio complessivamente è positivo, sono in molti a sottolineare una criticità colpevolmente trascurata: la diminuzione del numero di posti a sedere (308). “Chi sale dopo Marino (la terza fermata partendo da Albano ndr) già non trova più un seggiolino libero e deve farsi tutto il viaggio in piedi – spiega Sergio, 56 anni, impiegato presso il Comune di Roma – Per chi non è più giovanissimo è un bel disagio”. Per sopperire al problema a volte sono state aggiunte delle carrozze ma la carenza di posti si riscontra in diverse fasce orarie e servirebbe una soluzione dal punto di vista strutturale.
Nel mirino dei passeggeri anche la disposizione dei posti a sedere, stile autobus: “Era meglio prima, sia per comodità sia per poter parlare con le altre persone, con i seggiolini disposti uno di fronte all’altro. Ormai ci eravamo abituati in questo modo”. Non solo. Qualcuno si lamenta anche perché all’andata o al ritorno si è costretti obbligatoriamente a viaggiare contro il senso del treno (i posti a sedere sono tutti nella stessa direzione). “Non capisco proprio questa nuova disposizione, c’è tanta gente a cui dà fastidio viaggiare guardando indietro” – spiega Patrizia, impiegata in un negozio alla stazione Termini. Accontentare tutti, si sa, è impresa praticamente impossibile, soprattutto in Italia.
Restringendo il campo di valutazione soltanto ai nuovi treni, le differenze rispetto ai precedenti convogli sporchi e vecchi (la maggior parte era in servizio da oltre 30 anni) sono lampanti e il passo in avanti sotto il profilo qualitativo e della vivibilità appare quanto mai evidente. Niente più porte rotte, bagni inavvicinabili o fuori uso, sedie usurate, sporcizia e temperature polari l’inverno e africane l’estate. I treni Jazz anche esteticamente si presentano bene e sono dotati di prese di corrente a 220 V, predisposizione wi-fi, sistema di climatizzazione e ingresso a raso del marciapiede per facilitare la salita e la discesa dei passeggeri. Un miglioramento nei servizi che rende il viaggio decisamente più confortevole: “Era una vita che aspettavamo queste novità – racconta Elena, pendolare da 20 anni – Ci sembra quasi impossibile avere una presa per il cellulare accanto al proprio posto”. Gli fa eco Claudia, studentessa di Ciampino: “Finalmente questa estate non moriremo di caldo. L’anno scorso ogni giorno c’era qualcuno che si sentiva male”.
Non è tutto oro però quello che luccica, anche se il giudizio complessivamente è positivo, sono in molti a sottolineare una criticità colpevolmente trascurata: la diminuzione del numero di posti a sedere (308). “Chi sale dopo Marino (la terza fermata partendo da Albano ndr) già non trova più un seggiolino libero e deve farsi tutto il viaggio in piedi – spiega Sergio, 56 anni, impiegato presso il Comune di Roma – Per chi non è più giovanissimo è un bel disagio”. Per sopperire al problema a volte sono state aggiunte delle carrozze ma la carenza di posti si riscontra in diverse fasce orarie e servirebbe una soluzione dal punto di vista strutturale.
Nel mirino dei passeggeri anche la disposizione dei posti a sedere, stile autobus: “Era meglio prima, sia per comodità sia per poter parlare con le altre persone, con i seggiolini disposti uno di fronte all’altro. Ormai ci eravamo abituati in questo modo”. Non solo. Qualcuno si lamenta anche perché all’andata o al ritorno si è costretti obbligatoriamente a viaggiare contro il senso del treno (i posti a sedere sono tutti nella stessa direzione). “Non capisco proprio questa nuova disposizione, c’è tanta gente a cui dà fastidio viaggiare guardando indietro” – spiega Patrizia, impiegata in un negozio alla stazione Termini. Accontentare tutti, si sa, è impresa praticamente impossibile, soprattutto in Italia.
07/04/2016