Nello studio, campeggia alle sue spalle una gigantografia del monumento al Bonificatore, quello che a piazza del Quadrato raffigura l’uomo che imbriglia le acque e redime la palude: «Perché questa città – esordisce Calvi – è nata dal sogno e la fatica dei nostri nonni, e un sogno deve rimanere». A farne un incubo – affondiamo – contribuite voi e le vostre liti. Cominciamo dalle famigerate primarie del centro destra: lei il 6 febbraio era con Calandrini e Tiero, sotto l’egida di Bianchi, ad annunciare trionfante una competizione che vi avrebbe visto duellare lealmente, per stabilire chi dei tre avrebbe rappresentato l’ex – chiamiamolo così – PdL latinense alle prossime amministrative. Una settimana dopo i coltelli erano nuovamente sguainati: Calvi si ritira.
Scappano, Forza Italia ha paura a contarsi, tuanavano i due rimasti in lizza: è andata così?
«Mi ascolti. Io per le primarie ho depositato 948 firme, più degli altri due. Rappresento un partito cui i sondaggi conferiscono il 19,5% dei consensi (ci torneremo in seguito ndr). Potevo avere paura? La verità è che io volevo giocare con regole certe, altri no».
Si spieghi meglio.
«Presto detto: subito dopo l’accordo del 6 febbraio, gli avvocati Lucantonio e Pignano a rappresentare Forza Italia e FdI, dovevano incontrarsi per stilare un regolamento nel quale, pur rispettando la privacy degli elettori, fosse assicurato ad esempio che chi avesse votato per le primarie PD non avesse titolo a partecipare, assieme ad altri paletti. Tutto preventivamente concordato. Improvvisamente vengo a sapere che questi patti non saranno formalizzati: Tiero e Calandrini non ci stanno più. E il voltagabbana sarei io?»
Quindi respinge al mittente l’accusa di incoerenza e di sudditanza romana.
«Le rispondo con un sorriso. Due personaggi politicamente nati e cresciuti all’ombra del mio partito, ed ora fuoriusciti, vorrebbero darmi lezioni di coerenza? Potrei facilmente ribattere che un candidato sindaco è stato coordinatore di Forza Italia nonché presidente del Consiglio comunale col mio partito, e che ogni tre per due era a rapporto a Roma. Che un altro candidato, assessore in giunta Di Giorgi, proprio a Roma andava a raccomandarsi quando l’ex Sindaco lo voleva scaricare (il riferimento a Calandrini e Tripodi non è affatto velato ndr). C’è chi pensa di rifarsi una verginità parlando male di Forza Italia: giudicheranno gli elettori. Io sono sereno e non attacco, preferisco risolvere problemi».
Insomma il nostro capoluogo sarà ancora stretto nella morsa tra Roma e Fondi, con voi alla guida.
«Forza Italia ha scelto a Sindaco di Latina un candidato latinense, intenzionato a mettere Latina al centro del suo progetto. Il resto sono chiacchiere».
Grillini senza certificazione, destra frammentata, PD abbastanza sottotraccia: si gioca a perdere?
«La mancanza dei 5 Stelle darà maggior corpo all’astensionismo, la maggioranza votava il simbolo e non si riverserà sulle civiche. È gente disillusa, che nell’immediato non tornerà a votare partiti tradizionali. Recuperarli sarà la mia sfida. A destra invece il quadro è destinato a mutare».
Vuol dire che qualcuno si ritirerà?
«Significa che succederanno cose grosse da qui al 5 giugno. Ne riparleremo».
Porto, metro, aeroporto: col sindaco Calvi attraccheremo a Rio Martino per raggiungere l’aeroporto in metro e decollare felici?
«Fa ridere, detta così. Più seriamente, io non ho pregiudiziali sulle grandi opere. È un anno che siamo fuori dal palazzo comunale e il commissario Barbato ha prodotto atti che vaglieremo, scegliendo ciò che più conta per la città».
E Latina Ambiente, e il ciclo dei rifiuti?
«Dobbiamo ripartire da un anno di non-politica: vedremo. Quello che prometto è una città decorosa sul piano immondizia e verde pubblico».
Dice che lascerà il segno: come?
«Senz’altro con una biblioteca comunale degna di una città di 130mila abitanti. Con l’indizione immediata di un Comitato Provinciale per la sicurezza. Avvicinando davvero cittadini e istituzioni».
I suoi avversari strillano che divulgate numeri gonfiati: nessuno crede Forza Italia al 19,5%.
«Aggiungo: al 19,5% con una forbice di due punti in più o meno. Sono sondaggi Euromedia, una società certificata, non del mio fruttivendolo. Vuol sapere come finirà?»
Magari.
«Io vado al ballottaggio – non so con chi e non mi interessa -; poi vinco. E lascio il segno».
Latinense classe 1968, figlio di Maurizio, senatore PSI dal 1987 al 1994 e vicepresidente della Commissione Antimafia, nonché Presidente del CEAS, Centro Alti Studi per la lotta alla criminalità organizzata. Perito elettronico diplomato al “Galilei” di Latina, dal 1998 è impiegato presso la Ragioneria Provinciale di Latina (Ministero Economia e Finanze). Nel 2002 viene eletto Consigliere Comunale nelle liste di Forza Italia, partito del quale è coordinatore provinciale. Nel maggio 2015, giorni della sfiducia al Sindaco Di Giorgi, ha denunciato minacce profferitegli da ignoti: «Se non ti comporti bene ti bruciamo».