C’è sicuramente qualcosa che non quadra, ma ancora non sappiamo cos’è.
Nel 2015 il Comune di Pomezia ha chiuso il rendiconto finanziario con 15 milioni di euro di avanzo. Cinque milioni in meno di debito pubblico complessivo in un anno. Un risultato che ha impressionato persino il PD di Pomezia, che due giorni dopo l’annuncio dell’amministrazione Fucci ha mandato alla stampa un comunicato piuttosto surreale. Facendo un uso abbondante di “sembra”, di condizionali e supposizioni, il Partito Democratico dichiara che “cercheremo di approfondire il tema in modo da fornire ai cittadini le giuste informazioni sulle politiche economiche della giunta Fucci”. Insomma: studieranno, poi ci faranno sapere.
Senza addentrarci per ora nel merito dei dati forniti dal Comune di Pomezia, per cui servirebbe una trattazione a parte, è interessante confrontare le due modalità comunicative scelte dalle principali forze politiche della città, una di maggioranza e l’altra di opposizione, per affrontare il delicatissimo tema del Bilancio, cioè sul modo in cui un Comune gestisce e impiega i soldi versati dai propri cittadini. Il Sindaco e i suoi, con l’assessore Avesani in prima linea, hanno fornito tabelle, numeri e dati. Si sono spinti fino a creare un’infografica in cui tirano in ballo proprio il Partito Democratico, addossandogli un «- 7,5 milioni» nell’anno 2012 e una «città sporca e senza servizi. Nessuna opera pubblica e servizi sociali azzerati». Il PD, dal canto suo, ha fatto uscire un comunicato stampa ancora prima di aver studiato le carte. Annuncia che sicuramente troverà qualcosa che non va (ma come fa a dirlo?) e rimanda l’analisi al futuro (quando?). Unico punto di reale interesse, quello in cui il PD chiede all’amministrazione Fucci di riconsiderare la richiesta “retroattiva” delle quote dell’assistenza domiciliare ad anziani e disabili, un caso di cui Il Caffè vi ha parlato la scorsa settimana (leggi l’articolo).
Da osservatori quali siamo, non possiamo non notare che la principale forza di opposizione a Pomezia abbia comunicato con i cittadini in modo approssimativo, quando invece, dall’altra parte, il Movimento 5 Stelle ha lanciato una stoccata chiara al nemico che si è scelto. Una passività di 7 milioni e mezzo è quello che secondo i grillini ha lasciato il PD a Pomezia solo nell’anno 2012, prima che la giunta di centrosinistra cadesse per lasciare posto a un commissario prefettizio. Oggi nella segreteria di Stefano Mengozzi non c’è nessuno di coloro che la cittadinanza ricollega al tracollo economico degli anni passati: nell’ultimo documento programmatico è stata espressa la volontà di non ricandidare vecchi amministratori. Ciò non toglie che il PD abbia ancora molto da dimostrare ai cittadini di Pomezia. Bersagliare l’attuale amministrazione con dichiarazioni che potrebbero anche essere tacciate di pressappochismo, senza esprimere critiche circostanziate e senza rispondere adeguatamente agli attacchi, potrebbe persino rivelarsi un’arma a doppio taglio.