Certo, si tratta di una situazione esistente da anni nell’area di Villaggio Tognazzi, proprio al confine tra il territorio del Comune di Pomezia e quello di Roma, dove su quella che una volta era la duna mediterranea decine di anni fa sono sorti sontuosi complessi residenziali affacciati direttamente sul mare che, appunto, possono godere di un accesso “esclusivo” all’arenile. È anche vero che i bagnanti possono comunque raggiungere la spiaggia tramite un passaggio in mezzo alla vegetazione, aperto poco lontano (il n. 4). Proprio per questo lascia perplessi il fatto che, anche accanto ai cancelli elettronici e alla denominazione di “proprietà privata”, il Comune di Pomezia abbia piazzato altrettanti cartelli che segnalano i passaggi a mare numero 1, 2 e 3.
Quella di posizionare segnali che indicano gli accessi pubblici alla spiaggia, a Torvaianica, è stata un’iniziativa che la Giunta di Fabio Fucci ha messo in atto a gennaio 2015. Ma non è granché chiaro il senso di indicare ai bagnanti che c’è un passaggio per il mare dove (ad esempio sul “passaggio” n. 3) c’è un cancello, chiuso, che reca il monito “vietato l’accesso agli estranei”.
I cittadini del comitato di quartiere Torvaianica Nord spiegano che quei cancelli sono sempre stati chiusi, in inverno e in estate, e che in effetti i segnali posizionati dal Comune lo scorso anno li hanno decisamente stupiti: che cosa vogliono dire? Che il condominio deve consentire l’accesso a chi, ad esempio, suona al citofono chiedendo di passare da lì per raggiungere la spiaggia? Che con l’inizio della stagione estiva (il 15 maggio) quei cancelli verranno lasciati aperti?
Una risposta è arrivata dall’amministrazione comunale per bocca dell’assessore Mattias: «Quella di posizionare segnali che indicano gli accessi pubblici alla spiaggia è una iniziativa che è stata presa principalmente per questioni legate alla sicurezza dei cittadini – sostiene Mattias – Sono stati numerati tutti gli ingressi a mare per renderli facilmente identificabili sia per quanto riguarda le comunicazioni verso gli operatori di soccorso, sia per tutto quello che riguarda la manutenzione dei varchi di competenza comunale». Su nostra insistenza, l’ufficio stampa, sentito di nuovo l’assessore, ha precisato: “Gli accessi possono essere di tre tipi: Pubblici – Privati e ad uso pubblico – privati e chiusi. Per conoscere a quale dei tre tipi l’accesso in questione appartiene bisogna conoscere le concessioni edilizie rilasciate negli anni 60-70-80. Gli accessi sono stati numerati tutti per una questione di sicurezza”.
Ci chiediamo, a questo punto, se non competa proprio al Comune essere a conoscenza di questo tipo di informazioni o comunque fare le dovute verifiche. Resta così avvolta nel mistero la domanda che ci siamo posti all’inizio: i bagnanti possono o no usufruire di quei passaggi per accedere liberamente al mare? E perché l’assessore parla di “accessi pubblici” se quei passaggi sono definiti “privati” dai cartelli di divieto d’accesso affissi sui cancelli automatici?