È quanto promettono ufficialmente il Comune di Velletri e la Regione Lazio. Con la delibera n.70 del 15 aprile 2016, la giunta comunale, guidata dal sindaco Fausto Servadio, ha stanziato 630mila euro per la bonifica straordinaria dell’ex cimitero comunale dei rifiuti di Lazzaria-Colle Rosso, situato a due passi dal carcere e dalla zona detta dei 5archi. Parliamo dell’ex discarica di rifiuti immersa in un’area costellata da vigneti, uliveti e frutteti e su cui qualche imprenditore e amministratore pubblico locale vorrebbe costruire, ancora oggi, l’ennesimo e gigantesco impianto ‘bio’metano a rifiuti. L’intervento di bonifica, però, non si deve al coraggio ed al lavoro infaticabile delle Istituzioni e Amministrazioni pubbliche, ma ai cittadini del comitato No Biogas-No Discarica di Velletri che hanno compiuto fino in fondo il loro dovere civico. Nella delibera, la segretaria comunale, la dottoressa Rossella Menichelli, non ha indicato che l’intera vicenda è stata rivelata alla cittadinanza e portata all’attenzione della stampa, della Giustizia e dell’Amministrazione Servadio, da un blitz a sorpresa portato a termine sul sito ‘incriminato’ a febbraio 2015 dal comitato di cittadini ed a cui cui prese parte anche il nostro giornale (leggi il Caffè n.307, 309, 311, 312 e 313). A seguito di questa ‘incursione’, la Polizia Municipale di Velletri ha certificato la veridicità di quanto sostenuto dai cittadini in un verbale corredato di foto e video: la discarica appariva completamente abbandonata a se stessa e tale da costituire un pericolo per residenti, ambiente e coltivazioni locali. Successivamente è stata anche avviata una inchiesta penale da parte dei Carabinieri di Velletri, così almeno ha sostenuto in Consiglio Comunale l’Assessore all’Ambiente Luca Masi. Speriamo, ora, che alle tante parole della delibera con qualche ‘dimenticanza’ seguano presto anche i fatti!
AI MISTERI DELLA EX DISCARICA CI PENSA LA PROCURA
Nel 2012, il Comune di Velletri e la Regione Lazio, certificarono una presunta chiusura e messa in sicurezza della ex discarica comunale di Lazzaria-Colle Rosso. Tuttavia, il 9 aprile 2015, nel corso di una infuocata seduta della commissione comunale sui rifiuti, gli stessi certificatori avevano sostenuto pubblicamente che in discarica “c’era ancora una piccola attività organica di fermentazione”, aggiungendo che all’epoca dei presunti interventi di chiusura e messa in sicurezza, erano presenti anche i vigili urbani e alcuni amministratori pubblici. Quindi qualcuno sapeva, o almeno avrebbe potuto e dovuto intuire, che c’era qualcosa che proprio non andava nella chiusura e messa in sicurezza del vecchio cimitero dei rifiuti. Quel 9 aprile il geologo Fabio Taddei, rappresentante del comitato No Biogas-No discarica in commissione rifiuti, aveva rivolto all’Assessore all’Ambiente Luca Masi molte domande a cui, ancora oggi, non vi è risposta. “Spero che a svelare tutti questi ‘misteri’ ci pensi presto la Procura della Repubblica di Velletri”, ha sostenuto il presidente del comitato No Discarica-No Biogas di Velletri, Gianluca De Felice. “Più di un anno fa, oltre a portare avanti l’ormai famoso blitz in discarica, abbiamo anche inviato ai magistrati una querela penale in cui sostenevamo, documenti alla mano, che qualcuno aveva speso soldi pubblici, sottratti dalle tasche dei cittadini, per chiudere e mettere in sicurezza una discarica che, evidentemente, chiusa e sicura non era. Questa discarica, tra l’altro – sottolinea De Felice – è situata proprio sopra le falde acquifere di Carano che alimentano i pozzi dei residenti, ma anche l’acquedotto pubblico dei Comuni di Anzio, Nettuno, Aprilia e parte di Cisterna. Oltre ai gravissimi rischi per la salute umana, per l’ambiente e per le coltivazioni locali – sostiene ancora il noto imprenditore locale – abbiamo chiesto ai togati anche di verificare se fosse plausibile ipotizzare, in tutta questa brutta vicenda, una omissione d’atti d’ufficio da parte di amministratori pubblici e professionisti. Spero – conclude – che i magistrati procedano presto all’accertamento di eventuali responsabilità penali. È quanto chiedo pubblicamente a nome del comitato che rappresento!”