Il tempo non è uguale per tutti alla Regione Lazio, soprattutto se si parla di rifiuti. Lo conferma quanto sta avvenendo nell’Area Valutazioni di Impatto Ambientale o V.I.A., l’Ufficio regionale deputato a ‘promuovere’ o ‘bocciare’ gli impianti alimentati a spazzatura. Lo scorso 29 aprile l’architetto Fernando Olivieri e il dottor Aldo Palombo, responsabili del settore, per la seconda volta hanno “rinviato a data da destinarsi a causa di una riorganizzazione interna degli uffici” (così si legge tra i documenti) il summit che avrebbe dovuto esprimere un parere positivo o negativo alla realizzazione dell’impianto a ‘bio’metano più grande d’Europa. Il colossale impianto a pattume dovrebbe sorgere nel IX municipio di Roma, ma a ridosso dei Comuni di Pomezia, Albano e Castel Gandolfo. È destinato a trattare 240 mila tonnellate di spazzatura umida, ossia potature, sfalci erbacei ed avanzi alimentari, ma anche fanghi di depurazione delle fogne, scarti di industrie di vario tipo e percolati solido/liquidi di deiezioni animali provenienti dalla città di Roma. La società proponente è la Pontina Ambiente di proprietà del ‘monopolista’ regionale dei rifiuti Manlio Cerroni, coinvolto da maggio 2014 in due procedimenti giudiziari, il ‘processo Cerroni’ e il ‘Cerroni bis’, in merito alla presunta gestione illegale della discarica di Albano.
Di solito, per approvare impianti a rifiuti così grandi la Regione impiega non meno di 2 anni. Questo progetto era stato consegnato dai proponenti nelle mani dei due dirigenti regionali tra Natale e capodanno scorso e l’incontro per l’approvazione dell’impianto era stato convocato in tempi record per giovedì 31 marzo. Dopo questa accellerazione è seguita però una inaspettata decellerazione: l’incontro, infatti, era stato rinviato a mercoledì 4 maggio “a causa di impegni istituzionali sopraggiunti e improcrastinabili”, così hanno sostenuto i due dirigenti in una lettera del 30 marzo. Ora è arrivato anche il secondo rinvio (quello del 29 aprile) e stavolta addirittura a tempo indefinito.
REGIONE LAZIO A DUE VELOCITÀ?
Eppure, nello stesso Ufficio regionale lo scorso 17 marzo si è tenuto un durissimo faccia a faccia propedeutico all’approvazione del ‘bio’gas di Anzio da 100mila tonnellate annue di rifiuti proposto dalla Green Future 2015 srl; la prossima seduta dell’incontro si svolgerà nelle prossime settimane. L’incontro ad altissima tensione tra società proponente, Enti pubblici competenti e associazioni e comitati locali ha avuto luogo senza alcun ‘intoppo’ burocratico o problema di organizzazione degli uffici. Insomma, la Regione Lazio sembra viaggiare a due velocità, almeno quando si parla di impianti a rifiuti: certi impianti vengono approvati alla velocità della luce ed altri, invece, subiscono stop tanto inattesi quanto misteriosi.
LE GRANDI DECISIONI ‘DELEGATE’ AL NUOVO SINDACO DI ROMA
Molto probabilmente, presto la ‘grana’ del mastodontico ‘bio’metano più grande d’Europa finirà sulla scrivania del nuovo sindaco di Roma che verrà eletto il 5 giugno. Tra l’altro, il nuovo primo cittadino capitolino dovrà anche “decidere, subito dopo la sua elezione, il luogo in cui realizzare la nuova discarica romana che sostituirà Malagrotta, chiusa dall’ottobre 2014, visto che al momento Roma sta smaltendo gran parte dei rifiuti che produce in discariche del nord Italia, con pesante aggravio delle bollette della spazzatura dei cittadini”. È quanto hanno dichiarato all’unisono il governatore del Lazio Nicola Zingaretti e l’assessore delegato ai rifiuti Mauro Buschini, nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta lo scorso 26 aprile nella presidenza della Regione Lazio e in cui hanno presentato alla stampa il ‘nuovo’ Piano rifiuti. Parliamo del documento che dovrebbe orientare e guidare lo sviluppo di nuovi impianti a rifiuti per massimizzare la diffusione del porta a porta, del riciclo e riuso dei rifiuti urbani e diminuire contestualmente gli effetti nocivi che gravano troppo spesso sulle spalle dei cittadini e sull’ambiente. Eppure, a dispetto dell’approvazione del ‘nuovo’ Piano, anziché diminuire i problemi nella gestione del ciclo dei rifiuti regionali sembrano essere addirittura aumentati: ma come è possibile?
Il maxi impianto a ‘bio’metano di Roma andrebbe a sovrapporsi ad altri già approvati o in corso di approvazione in questi mesi che dovrebbero sorgere tutti nell’affollatissima area di Roma-sud.
In particolare, ad Anzio un impianto a biogas della società Anziobiowaste da 55mila tonnellate di rifiuti l’anno è stato approvato a dicembre scorso dalla Regione Lazio.
Ad Ardea, un impianto a bio-metano da 117mila tonnellate di rifiuti umidi della società Suvenergy srl è stato autorizzato ad ottobre 2015 dal Comune e un altro da circa 30mila all’anno della Biovis srl è in corso di autorizzazione in Regione.
A Pomezia, un impianto a bio-metano da 60mila tonnellate della Co.Ge.A di Gian Mario Baruchello è stato pre-autorizzato dall’area V.I.A. regionale ad agosto 2015.
Ad Aprilia, un bio-metano da 50mila della Fri-El ed uno da 60mila della Kiklos sono in corso di autorizzazione sempre presso la Regione Lazio.
Per un totale di 612mila tonnellate di umido. Ma dove prenderanno tutti questi rifiuti?