Si tratta della replica alla proposta di contratto del 4 febbraio scorso, con la quale la società del monopolista regionale dei rifiuti Manlio Cerroni, proprietario del sito, ha chiesto ai 10 primi-cittadini di accettare il nuovo e salatissimo costo di smaltimento dei rifiuti non differenziati, già ora tra i più cari d’Italia. Nella stessa proposta si chiedeva anche di sottoscrivere espressamente una clausola secondo la quale il trattamento del pattume a Roncigliano nel corso degli ultimi 20 anni sarebbe stato eseguito dai gestori del cimitero di rifiuti nel rispetto della legge. In caso di mancata firma di tale clausola, l’azienda cerroniana si è dichiarata pronta a negare l’accesso agli auto-compattatori lasciando la spazzatura per strada, cosa che è avvenuta mercoledì 16 marzo, anche se solo per poche ore e per soli 3 Comuni: Albano, Ardea e Nemi, accusati di essere insolventi. È quanto hanno riferito al Caffè i sindaci di Genzano, Flavio Gabbarini, di Albano, Nicola Marini e il Delegato ai Rifiuti di Albano Luca Andreassi, tra i principali promotori del durissimo atto di diffida, sostenuti dalla preziosa collaborazione del commissario prefettizio di Marino, dottoressa Enza Caporale. Il testo definitivo del documento, inviato anche alla Regione Lazio, è stato approvato all’unanimità nel corso di una lunga serie di summit dei sindaci che si sono svolti a Palazzo Savelli, sede del Comune di Albano, nel corso degli ultimi quattro mesi. L’intera vicenda è stata rivelata a novembre dal nostro giornale e da allora numerosi colpi di scena anno animato i rapporti tra le parti. Una contro-proposta, questa dei sindaci e commissari prefettizi, che il monopolista della spazzatura potrebbe respingere interamente o parzialmente, determinando una immediata riapertura delle ostilità. In attesa di una sua risposta, l’ ‘asse di ferro’ costituito dai Comuni di Genzano-Albano-Marino ha riconvocato un nuovo summit dei primi cittadini per giovedì mattina 9 giugno che si terrà sempre a palazzo Savelli, sede del Comune di Albano a cui parteciperanno i vertici della Regione Lazio e La Pontina Ambiente. Solo il sindaco di Rocca di Papa, Pasquale Boccia, aveva sottoscritto la bozza di contratto poco dopo la richiesta di Pontina Ambiente.
UNA DISCARICA OGGETTO DI PROCESSI
Alla luce del nuovo Piano Rifiuti Regionale, l’inceneritore più grande d’Europa è divenuto solo un brutto ricordo, ma la tensione resta comunque altissima intorno al VII invaso della discarica di Roncigliano. Parliamo dell’ultima maxi buca, attiva da agosto 2011, situata al confine di Ardea e Pomezia e che continua a ricevere ogni anno circa 90mila tonnellate di spazzatura non differenziata. La gigantesca buca è divenuta il filone principale di due procedimenti giudiziari penali, il “processo Cerroni” e il “Cerroni bis”, che coinvolgono il proprietario del sito insieme ad alcuni dei suoi più stretti e fidati collaboratori.
PRIMA VIENE LA SALUTE
“I sindaci vogliono riappropriarsi con questa iniziativa dei propri spazi di sovranità sulla gestione dei rifiuti e sono tenuti anzitutto a proteggere le condizioni di salute e l’incolumità dei cittadini da pericoli igienico-sanitari”. Per questo, hanno sostenuto, “abbiamo diffidato formalmente la Pontina Ambiente. Pretendiamo che prenda atto del suo dovere di rispettare le regole amministrative, civili e penali che disciplinano la gestione dei rifiuti. In caso contrario – hanno aggiunto – saremmo giustificati ad adottare ordinanze contingibili ed urgenti nei confronti della stessa società”.
SUL PASSATO … DECIDERANNO I GIUDICI
Per il resto, “eventuali pretese economiche passate andranno vantate dalla società – aggiungo i primi cittadini – esclusivamente nelle competenti sedi giudiziarie, visto che i Comuni sono costituiti nei processi in corso nei confronti di amministratori, consiglieri, soci, dipendenti ed ausiliari della Pontina Ambiente”.
I COMUNI ORA VOGLIONO CONTROLLARE
Inoltre, d’ora in avanti i Comuni vogliono “mantenere il potere di controllo sull’intero svolgimento del ciclo dei rifiuti all’interno dell’impianto attraverso forme razionali di controllo svolte da funzionari dei Comuni e regionali su pesatura, trattamento e interramento dei rifiuti”.
TARIFFE DA ANNULLARE
Infine, i primi cittadini hanno anche “richiesto l’auto-annullamento del nuovo piano tariffario che rende la discarica di Roncigliano una delle più care d’Italia, visto che a gennaio il Consiglio di Stato ha prospettato ipotesi contabili non coerenti per la discarica di Malagrotta e il Tar, a inizio marzo, ha bocciato anche il piano tariffario predisposto dalla Regione per la discarica di Colfelice a Frosinone”. Ora la Regione Lazio che risponderà ai sette sindaci e ai due commissari prefettizi?