Un’occasione unica per i ‘palazzinari’ che da anni hanno messo gli occhi e le mani su quella porzione ancora intonsa e super vincolata di agro romano, a maggior ragione in un periodo di crisi del settore.
LA PROMESSA DI COLIZZA
Il neo sindaco della Città del vino, l’avvocato Carlo Colizza, ha annunciato di voler continure a detenere la delega all’Urbanistica. Pertanto, qualsiasi progetto edilizio, prima di essere realizzato, dovrà essere esaminato e approvato da lui in persona. Sicuramente, conosce bene la materia visto che negli ultimi 2 anni è stato consigliere comunale d’opposizione e, dal 7 luglio 2014, anche membro della commissione comunale permanente ‘Urbanistica e Assetto del Territorio’.
Negli ultimi 24 mesi anche il suo nuovo Assessore in pectore ai Lavori Pubblici, Adolfo Tammaro, ‘storico’ membro del comitato A.D.A., Argine Divino Amore, che si oppone con fermezza a Marino 2, svolgeva il ruolo di consigliere e membro della commissione Pianificazione Urbanistica e commerciale. Nei giorni scorsi, abbiamo inviato al primo cittadino alcune domande sul progetto (vedi riquadro qui sotto), ma le risposte ancora non ci sono arrivate. Rimaniamo in attesa.
QUELLE DELIBERE CHIACCHIERATE
La mastodontica ‘speculazione’ edilizia, così la definiscono associazioni e comitati territoriali, è partita con le delibere consiliari n. 35, 36, 37 e 39 votate ad agosto 2011 dalla maggioranza di centro-destra guidata dall’allora sindaco di Marino, Adriano Palozzi, ora consigliere regionale. A febbraio 2012 il masterplan, ovvero una sorta di progetto di massima del piano di sviluppo urbanistico, venne recepito in una delibera di giunta regionale fortemente “sponsorizzata” dall’allora Presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, ora deputata.
I DUE ‘STRANI’ PERMESSI A COSTRUIRE
L’Ufficio tecnico di Marino il 22 aprile 2014 e il 9 giugno 2015 ha concesso due permessi di costruire per i primi 8 maxi edifici, 4 per ogni permesso, su 17 totali, entrambi firmati dal responsabile del settore, l’ingegner Stefano Petrini.
Il cantiere per la realizzazione dei primi 4 palazzi, avrebbe dovuto essere avviato entro il 23 aprile 2015, cosa che non è mai avvenuta. Il secondo permesso a costruire è ‘scaduto’ lo scorso 10 giugno.
I permessi verranno prorogati? Vi sono delle richieste in corso da parte delle società proponenti? Interverrà la sospensiva in autotutela dei provvedimenti da parte degli amministratori pubblici in carica e/o l’annullamento di tutte le delibere su cui si fonda il progetto da parte del nuovo mini parlamento Comunale?
UN’AREA SUPER VINCOLATA
Le ruspe stanno già scaldando i motori. Eppure, il progetto prevede la cementificazione di circa 10 ettari di terreno di campagna romana, ancora completamente integra, che verrebbero soffocati da oltre 1 milione di metri cubi di cemento armato. L’intera area è tutelata dai vincoli imposti dal Piano Territoriale Paesistico Regionale, P.T.P.R., che classifica la zona come di “alto pregio agricolo”, e da vincoli puntuali di carattere archeologico, geologico ed idrogeologico. Il ‘nuovo’ Piano di sviluppo urbanistico prevede, oltre ai 17 maxi palazzi, anche la realizzazione di una maxi tangenziale, una stazione ferroviaria di grandi dimensionivicino a quella già esistente di Santa Maria delle Mole, un mega-polo universitario e uno di preghiera, nonché un centro sportivo polivalente. I cittadini, comitati e associazioni locali chiedono, viceversa, che l’attività urbanistica comunale a Marino si concentri sull’attività di recupero e di valorizzazione del patrimonio esistente.
VINCOLO SULLA CO2
Inoltre, sulla vasta area al confine con i Comuni di Roma e Pomezia, incombono anche pesanti limiti di edificabilità dovuti alle emissioni nocive di CO2 (anidride carbonica). Un gas che, se presente in quantità elevate, pone rischi per la salute umana e per l’ambiente e che nell’area costituisce un rischio tale da aver indotto nel 2011 la Protezione Civile a emanare un allarme recepito dalla Regione Lazio che ha emanato la legge n. 271 del 19 gennaio 2012. Una normativa assai stringente, quest’ ultima, confermata di recente anche dal Tribunale Amministrativo del Lazio che ha sonoramente bocciato un ricorso presentato anni fa dal Comune di Ciampino guidato da Simone Lupi.
IL TAR INCOMBE
Per finire, sull’intera operazione edilizia incombono alcuni ricorsi al Tribunale Amministrativo del Lazio, o Tar, presentati negli anni passati da associazioni territoriali, comitati di quartiere e residenti.
ORA LA PAROLA AD AMMINISTRATORI E POLITICI
«Abbiamo le mani libere da speculatori e faccendieri: fermeremo le speculazioni edilizie», ha dichiarato il neo sindaco 5 Stelle in campagna elettorale. Un leit motiv molto simile a quelli adottati anche dal sindaco di Pomezia, Fabio Fucci, e di Roma, Virginia Raggi. Presto sapremo se è vero.
Il 4 maggio 2015 l’allora maggioranza di centro-destra, uscita sonoramente sconfitta dalle ultime elezioni amministrative, ha avuto la storica occasione di bloccare l’operazione Marino2. Mentre il sindaco Fabio Silvagni, eletto il 25 maggio 2014 e finito agli arresti il 9 aprile 2015, si trovava ai domiciliari, il reggente e vicesindaco Fabrizio De Santis, insieme al resto della maggioranza, decise di votare con tredici voti favorevoli (e nove contrari) la mozione di “fiducia al programma”. Una sorta di ‘cambiale’ politica che, secondo alcuni osservatori della politica di Marino, puzzava di cemento e che sarebbe stata imposta all’intera maggioranza, il condizionale è d’obbligo, dai consiglieri e assessori comunali “palozziani”, ovvero fedeli all’ex sindaco marinese, Adriano Palozzi.
Quali sono le sue intenzioni rispetto al maxi progetto edilizio noto come Marino 2 che prevede la costruzione di un nuovo comune dei Castelli Romani su un’area super vincolata?
Come pensa di fare rispetto alle delibere consiliari n. 35, 36, 37 e 39, che hanno dato il via al progetto, votate ad agosto 2011 dalla maggioranza di centro-destra guidata dall’allora sindaco di Marino, Adriano Palozzi?
Quali sono le sue intenzioni rispetto ai due permessi di costruire che autorizzano la costruzione di 8 dei 17 palazzoni, concessi dall’Ufficio tecnico comunale tra aprile 2014 e giugno 2015? Che lei sappia, vi sono altri permessi a costruire già concessi o in corso di concessione?
Secondo lei, su quel pezzo ancora integro di agro romano cosa dovrebbe eventualmente sorgerci e perché?