L’accumulo di rifiuti di via Brasile a Pomezia, non è solo una discarica a cielo aperto. Nel contempo è anche una bomba ecologica a poca distanza dal centro e un esempio di degrado e abbandono tanto amministrativo quanto rispetto all’avvenuta perdita di civiltà della cittadinanza. Non ci si è limitati infatti “solo” ad accumulare in un’area a ridosso della via dei Castelli Romani – in aperta campagna – tra i materiali più nocivi per l’essere umano, ma si è riusciti ad andare ben oltre gettando rifiuti di ogni genere – ciò che insomma potrebbe essere considerato un sacchetto dell’immondizia domestico (tanto più che ora è iniziata la raccolta differenziata che forse non tutti fanno) – e lasciando che l’inciviltà di qualcuno diventasse una consuetudine. Quindi oltre a sostanze chimiche come solventi e vernici, c’è un accumulo di eternit (diverse onduline e altri componenti edili) peraltro dato alle fiamme; decine di pneumatici usati e pezzi di automobili, soprattutto paraurti. E poi sanitari, materiali di risulta, arredamenti di interno come mobili, divani e altre suppellettili. Fino a una miriade di sacchi con all’interno la più indifferenziata dell’immondizia. E questa lista di rifiuti è solo il risultato di una prima rapida occhiata a ciò che è bene in vista, figuriamoci ciò che non si vede. Alcune persone del luogo ci dicono che sono due anni che la polizia locale non si fa viva ed in effetti a giudicare dalla quantità di rifiuti abbandonati si tratta di un tempo compatibile con lo scenario apocalittico. Insomma in via Brasile – che a dirla tutta non ha più neanche un cartello, quanto meno a nel rispetto della toponomastica – non vige alcuna regola, se non quella del “tanto anche quello prima di me ha buttato rifiuti in strada”: ecco il risultato. Viene da chiedersi quanti siano ad avere aderito assiduamente o meno a tale circostanza, così come allo stesso modo anche chi queste domande doveva porsele, alla fine, non se l’è mai poste.
07/07/2016