«Siamo in questi giorni sommersi dai contenuti di mistici vasi di Pandora che si stanno aprendo, il parallelo però finisce qui perché se da un lato stiamo scoprendo di essere “forse” ancora proprietari di terreni diventati proficue aree immobiliari, dall’altro ci troviamo con la spada di Damocle di possibili richieste di rientro di fondi europei stanziati per opere abbandonate. Una delle più simboliche è la scuola archeologica di Satricum».
Il Sindaco di Latina Damiano Coletta interviene sul caso sollevato nei giorni scorsi dal consigliere di Latina Bene Comune Fabio D’Achille, che ha denunciato un “monumento allo spreco” rappresentato dall’opera rimasta incompiuta e l’ennesima convenzione sbilanciata a favore del privato.
L’area in cui sorge la struttura che avrebbe dovuto ospitare la Scuola-cantiere di archeologia a Satricum è stata interessata negli anni da vari progetti “e vede “bizzarre” commistioni tra il privato e il pubblico”, spiega Coletta. Di fatto nel 2007 dai fondi europei è stato intercettato 1 milione di euro poi destinato alla realizzazione di un’opera che non ha avuto esecuzione e versa oggi in stato di abbandono e degrado. Tra l’altro arredi e impianti sono stati vandalizzati, rendendo quel capannone, una volta cantina vinicola, inutilizzabile. Ora l’Europa potrebbe chiedere indietro quei soldi.
«L’impegno dell’Amministrazione – sottolinea il Sindaco – sarà, prima ancora di reperire ulteriori fondi, evitare che il finanziamento ottenuto debba essere restituito attingendo alle esigue casse comunali».