IL SALASSO DI ALBANO
Albano è stato il primo a prendere provvedimenti. Martedì 26 luglio, il Consiglio comunale di Albano ha votato la delibera n.13, con 16 voti favorevoli e 7 contrari. La bolletta della spazzatura, più conosciuta come Tari, aumenta così di un altro 10%. Un balzello che si aggiunge al +9% già deliberato a luglio 2015 e al +6% di aprile 2016, per un totale di +25% in un anno, per una spesa da record che dal 1° gennaio al 31 dicembre 2016 – si legge tra le carte – toccherà gli 8 milioni e 300mila euro, oltre 200 euro a cittadino residente. Il salasso difatti sarà retroattivo, quindi avrà effetto anche per il passato. Il caro-tariffe entrerà in vigore – riporta testualmente la delibera consiliare – “dal 1 gennaio 2016 e adottato in sede di conguaglio con la rata di novembre 2016”.
UN AUTUNNO CALDISSIMO
Si prospetta, quindi, un autunno molto caldo per i cittadini residenti ad Albano, ma anche negli altri 9 Comuni interesati dal clamoroso incendio. “Quasi 800mila euro di aumento sulla Tari in un solo colpo ma nessuno, in Consiglio, ha risposto ad una mia domanda – sostiene la consigliera Gabriella Sergi, di FabricAlbano – che fine faranno i circa 400mila euro di ristoro che Albano ha incassato dagli altri 9 comuni che hanno sverzato rifiuti indifferenziati in discarica, a Roncigliano, fino al 30 giugno, giorno in cui è scoppiato l’incendio? Perché – aggiunge – questi soldi non risultano in bilancio? Nessuno – sottolinea – mi ha ancora risposto. Credo – sostiene – sia giunta l’ora che il servizio di raccolta della spazzatura sia oggetto di una gara pubblica, senza scorciatoie a favore di questa o quella municipalizzata. Si tratta di cifre da record che non hanno giustificazione!”
LA POSIZIONE DELL’AMMINISTRAZIONE MARINI
“A seguito dell’incendio in discarica abbiamo – sostiene invece Luca Andreassi, consigliere delegato ai rifiuti – cambiato impianto a cui andiamo a conferire i rifiuti essendo quello di Roncigliano inutilizzabile. Questo ha provocato, numeri alla mano un aumento di circa 20 euro a persona l’anno che graveranno sulla Tari. Siamo ancora in attesa di conoscere quali siano le cause del rogo. Nel caso ci siano responsabilità – sottolinea l’ingegnere – ci rivarremo in sede civile chiedendo i danni subiti. Peraltro abbiamo, insieme agli altri comuni, chiesto alla Regione di intervenire con una misura straordinaria a sostegno delle Amministrazioni che hanno dovuto subire questo extra costo. La Regione si è impegnata a sostenere progetti specifici sulla gestione dei rifiuti che possano compensare i danni subiti. Nel frattempo – racconta al Caffè – però i Comuni devono affrontare la gestione quotidiana e coprire in qualche modo l’extracosto. Su questa base si è stabilita la variazione della Tari. Naturalmente tutte le misure di cui sopra (danni e sostegno della regione) quando arriveranno, rientreranno obbligatoriamente in Tari e quindi, qualora come confidiamo l’ente di controllo e autorizzativo (regione) ci sostenga – promette il consigliere – tali soldi verranno “restituiti” ai cittadini. Aggiungo che nello scorso Consiglio Comunale si è anche deliberato che i proventi delle sanzioni ambientali in materia rifiuti (le multe per conferimenti illegittimi) vadano a confluire nella gestione TARI, contribuendo ad un parziale recupero dei maggiori costi. Il voto espresso nello scorso consiglio è stata per me la scelta più dolorosa che abbia mai sostenuto in questi anni. Non tanto perché si va a chiedere dei soldi. Quanto perché – conclude Andreassi – un incendio di cui non abbiamo colpa, non siamo neanche organo di controllo, vanifica una programmazione triennale che con tanti sacrifici ci aveva portato ad un equilibrio sui costi e sulle spese.”