Un colpo pubblicitario che ha scosso l’opinione pubblica, ma in modo negativo. La pubblicità di un paio di scarpe ideata per un negozio di calzature di Frascati simula la scena di una violenza sessuale in strada e appena uscita su Facebook ha scatenato la rabbia e lo sconcerto degli utenti. Una foto shock, che ritrae una ragazza dalla vita in giù, con le gambe divaricate e gli slip in vista, un’immagine forte che non è stata accolta positivamente dal pubblico. Un pubblico che ha subito associato la foto alla violenza sulle donne, ai femminicidi e in un attimo il web, le associazioni, la politica si sono scagliati contro questa scelta di marketing.
Così su Facebook si legge: “Mimare la scena di uno stupro per pubblicizzare i vostri prodotti? Vergogna, la prossima volta provate a riflettere un po’ di più su un tipo di messaggio positivo della donna che porti le vostri clienti ad avere anche solo l’interesse per i vostri prodotti. Questa è ignoranza e violenza”, scrive una utente. L’azienda Ixos, realizzatrice delle scarpe, si è dissociata scrivendo online quanto segue: “Prendiamo con forza le distanze dalla pubblicazione delle foto in questione. Premettendo che chi ha pubblicato tale scatto lo ha fatto in totale autonomia decisionale e che non ha interpellato l’Azienda né prima né a pubblicazione avvenuta, ci teniamo a disocciarci completamente prendendo le distanze dalla scelta effettuata. Ixos – si legge – non intende assolutamente dare forza o importanza a quanto possa evocare tale messaggio visivo, dissociazione che nasce sia per non conformità con la linea comunicativa aziendale, sia per l’esplicita connotazione violenta o in ogni caso poco attinente al prodotto. Per quanto ci riguarda, si tratta di una mancanza di tatto e di buon gusto che non corrisponde a nessuno dei valori a cui Ixos si ispira”.
Una bufera mediatica e una pioggia di critiche sono arrivate da ogni parte del web e non solo. Anche il consigliere regionale del Pd, Simone Lupi e la consigliera regionale di Sel, Marta Bonafoni, hanno voluto diffondere il loro pensiero tramite una nota stampa: “Andiamo ben oltre la pubblicità sessista”. Sulle pubblicità sessiste e non rispettose dell’identità femminile, la Regione Lazio ha già preso posizione più volte in ambito istituzionale, in primo luogo attraverso la legge n. 4, che focalizza l’attenzione sul problema culturale della violenza contro le donne, in secondo luogo con la recente firma del Protocollo “Donne e Media”, uno strumento attraverso il quale la Regione Lazio, insieme ad associazioni, giornalisti e università fa propria la responsabilità di promuovere una rappresentazione rispettosa dell’identità femminile nei mezzi di comunicazione di massa”, concludono.
LA REPLICA DEL NEGOZIO
L’esercizio commerciale di Frascati ha risposto alle critiche con una nota su Facebook:
“Prendiamo atto del fatto che la nostra immagine non sia stata apprezzata e affermiamo che sia stata mal interpretata. Siamo un’attività che opera nel settore della moda dal 1930, il nostro nome, il nostro DNA, sono da sempre stati associati ad un prodotto dagli standard qualitativi elevati, una ricerca vota all’innovazione ed allo stile, uno store che ama la femminilità prendendosi cura dell’immagine delle proprie clienti, ormai fidelizzate. Oggi l’Azienda è rappresentata e gestita dagli Eredi, la quarta generazione. Anime giovani e passionali che cercano di connettere sempre più l’Arte con il mondo della moda. La storia delle nostre immagini, finalizzate alla vendita del prodotto stesso, deriva da canoni estetici e ricerche stilistiche tali da portarci a nominare – creativi espressionisti e stilisti d’avanguardia in una ricerca quotidiana e costante che non avrà mai un punto di fine effettivo. Allontanandoci, come ci è stato accusato, dall’unico bisogno di creare visibilità, la nostra ricerca ha basi culturali ben più solide, che rendono omaggio ai nomi sopra citati e si legano con stima ai grandi movimenti artistici e pubblicitari che hanno da sempre fatto la storia. Per questo motivo citiamo inoltre, senza essere troppi prolissi, “Hot” la mostra collettiva svoltasi a Milano a cura di “ª#LucaBeatrice”¬, come uno dei tanti esempi che ha analizzato con professionalità “il concetto di oscenità, che nasce con il moderno, quando l’opera d’arte entra in relazione con i mass media”. In particolare l’impronta fotografica dello scatto ha alla base la fusione di: un pantalone di Saberi con cui sfilò nella sua ultima menswear e l’immagine della compagna pubblicitaria di “ª#Solestruck”¬ con cui presenta al mondo la prima collezione di scarpe maschili con tacco. L’immagine è ormai virale e ne prendiamo atto scusandoci con tutte le persone che ne hanno risentito negativamente, in particolar modo le scuse sono dirette a tutte le donne che si sono sentite toccate.