È passato con il 60,79% il bilancio di Acqualatina grazie al voto favorevole del socio privato e dei Comuni Fondi, Sperlonga, Gaeta, Anzio, Giuliano di Roma, Monte San Biagio, Rocca Massima e Vallecorsa, tutti comuni retti da Forza Italia o liste a lei riconducibili. Si è consumata così la definitiva spaccatura tra i Comuni del territorio dove opera Acqualatina e il socio privato, che ormai ha solo l’appoggio dei figli politici di Fazzone e Cusani, ovvero coloro che permisero la creazione e l’approvazione di questa società di gestione dell’acqua pubblica, tanto contestata dai cittadini e coinvolta anche in numerose inchieste.
I Comuni come Latina, Terracina, Cisterna, Nettuno e altri minori sono dovuti uscire dall’aula al momento del voto. Questo perché gli stessi Comuni sono sotto scacco da parte di Depfa Bank che potrebbe applicare il cosiddetto “pegno sulle azioni” in caso di un “comportamento rilevante”. In parole semplici: se i Comuni non si presentavano alla costituzione dell’assemblea o se votavano contro il bilancio sarebbe scattata una clausola capestro che avrebbe fatto piovere gli avvocati della banca tedesca nell’assemblea di Acqualatina, praticamente con potere illimitato su tutte le decisioni, come ad esempio quella delle tariffe da applicare.
Ricordiamo che la clausola capestro fu approvata solo dai Comuni dove governava Forza Italia, il partito di Fazzone e Cusani, appunto.
In pratica in questo momento è dunque venuto meno il principio secondo cui la maggioranza delle quote della società di gestione dell’acqua debba essere in mano ai soci pubblici, ovvero ai Comuni. Tralasciando anche il comportamento ‘da zerbini’ dei sindaci forzaitalioti, la clausola di pegno comporta che il potere decisionale in questo momento in Acqualatina non ce l’hanno i Comuni, ma Idrolatina (il socio privato) e la Depfa Bank, che inseme controllano il 70% delle quote.
Raimondo Besson, amministratore delegato di Acqualatina, gioisce alla notizia dell’approvazione del bilancio di Acqualatina, mentre, dopo decenni di gestione, molti cittadini non hanno l’acqua, le perdite sono a livelli record, superiori a quelle registrate nei paesi del terzo mondo, una banca tedesca incombe sulle bollette degli utenti che subiranno probabilmente l’ennesimo enorme aumento.
Il socio privato inoltre non ha permesso la discussione degli altri punti all’ordine del giorno, lasciando l’assemblea. In pratica una dichiarazione di guerra che sicuramente porterà la disputa tra le due parti anche in tribunale.
Si parla già di coinvolgere l’avvocato Alberto Lucarelli, uno degli autori dei testi referendari sull’Acqua pubblica, nonché principale attore della restituzione ai cittadini di Napoli della gestione della propria acqua.