E’ stata una delle battaglie legali più faticose quella affrontata dall’avvocato Renato Mattarelli, che ha assistito la donna di Ardea nel processo davanti al Tribunale di Velletri, per farle ottenere l’indennizzo che le era stato negato poiché, secondo il Ministero della Salute, era oramai passato troppo tempo e il diritto era decaduto. Dopo la sentenza del 2013 il Ministero, condannato al pagamento, è rimasto inerte fino ad oggi.
A nulla è servita la richiesta di pagare la donna anche quando, l’anno scorso l’avvocato Mattarelli ha inviato al Ministero un certificato sulle sue condizioni di salute che alla grave infezione da trasfusioni infette sono state appesantite da un tumore ai polmoni con cui la donna deve fare i conti. Dopo la scoperta del contagio il marito l’ha lasciata perché aveva paura di essere a sua volta contagiato, ma anche per lui era troppo tardi: recentemente ha scoperto di di avere anche lui l’epatite C.
È questa la drammatica storia della donna di Ardea che nel 1990 quando aveva 28 venne sottoposta a trasfusioni durante il ricovero per una emorragia dopo il parto.
Oggi a 54 anni, la donna continua a mantenere la sua dignità ed è pronta ad affrontare la nuova causa contro lo Stato per ottenere l’ulteriore risarcimento di tutti i danni patrimoniali e non patrimoniali in aggiunta all’indennizzo oggi ottenuto che si esaurisce in una sorta di pensione mensile di circa 850 euro. All’avvocato Mattarelli che la assisterà anche in questa altra battaglia giudiziaria la donna, dopo l’arrivo della somma di 130mila euro, ha inviato un messaggio: “Mi sento un po’ più serena”.