Droga sotto terra, nelle cantine, nei sottoscala. Quantitativi notevoli di cocaina e hashish nascosti e pronti poi a inondare il mercato di Ardea e Pomezia. Sono trascorsi quattro anni dal blitz dei carabinieri di Ostia, scattato dopo tre anni di indagini sul business degli stupefacenti sul litorale, e ora per quattro imputati le condanne sono definitive.
L’inchiesta partì da alcune tracce sullo spaccio ad Ardea e Pomezia trovate dai carabinieri mentre cercavano il movente dell’omicidio di Emidio Salomone. Quest’ultimo, ritenuto l’ultimo vero boss della Banda della Magliana, che faceva affari con estorsioni e spaccio nella zona di Ostia, sembra per dei contrasti relativi al mercato dell’eroina, venne ucciso da due uomini in moto ad Acilia, il 4 giugno 2009. Salomone venne chiamato per nome, in pieno giorno, davanti alla sala giochi “Placet”, e i killer lo freddarono con due colpi di pistola sparati in pieno volto. E indagando sul movente di quell’esecuzione i militari si imbatterono appunto nello spaccio tra Ardea e Pomezia, eseguendo numerosi arresti. La Cassazione, respingendo i ricorsi presentati da quattro imputati, ha ora reso definitive le condanne per Daniele Pagnozzi, 43 anni, Ivan Quagliata, 44 anni, Raffaele Purpo, 51 anni, e la moglie di quest’ultimo, Sabrina Savo, 47 anni, che dopo aver ottenuto un notevole sconto in appello rispetto alla sentenza emessa dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Velletri puntavano a un’ulteriore riduzione della pena. Quagliata e Pagnozzi si rifornivano di droga da Purpo, aiutato da Savo. Ora la parola fine alla vicenda sul fronte giudiziario.
L’inchiesta partì da alcune tracce sullo spaccio ad Ardea e Pomezia trovate dai carabinieri mentre cercavano il movente dell’omicidio di Emidio Salomone. Quest’ultimo, ritenuto l’ultimo vero boss della Banda della Magliana, che faceva affari con estorsioni e spaccio nella zona di Ostia, sembra per dei contrasti relativi al mercato dell’eroina, venne ucciso da due uomini in moto ad Acilia, il 4 giugno 2009. Salomone venne chiamato per nome, in pieno giorno, davanti alla sala giochi “Placet”, e i killer lo freddarono con due colpi di pistola sparati in pieno volto. E indagando sul movente di quell’esecuzione i militari si imbatterono appunto nello spaccio tra Ardea e Pomezia, eseguendo numerosi arresti. La Cassazione, respingendo i ricorsi presentati da quattro imputati, ha ora reso definitive le condanne per Daniele Pagnozzi, 43 anni, Ivan Quagliata, 44 anni, Raffaele Purpo, 51 anni, e la moglie di quest’ultimo, Sabrina Savo, 47 anni, che dopo aver ottenuto un notevole sconto in appello rispetto alla sentenza emessa dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Velletri puntavano a un’ulteriore riduzione della pena. Quagliata e Pagnozzi si rifornivano di droga da Purpo, aiutato da Savo. Ora la parola fine alla vicenda sul fronte giudiziario.
22/09/2016