Ad agosto la Asl ha invitato via lettera la popolazione over 50 a sottoporsi allo screening gratuito di prevenzione per i tumori del colon retto. Bisognava presentarsi in un dato giorno all’unità mobile allestita in piazza Indipendenza, dove avrebbero potuto ritirare il barattolo sterile per l’esame delle feci. Secondo la procedura, ogni confezione consegnata veniva “marchiata” con un’etichetta che riportava un codice diverso per ognuno (per far corrispondere la risposta al giusto paziente).
Il campione andava poi riportato il giorno dopo allo stesso camper, e da lì avrebbe fatto il suo percorso nei laboratori di analisi della Asl. Ma qualcosa non deve essere andato nel verso giusto, visto che oggi almeno tre persone che hanno ricevuto l’invito, ma non hanno partecipato allo screening, si sono viste recapitare a casa un responso “normale”, cioè senza sangue nelle feci.
Nelle ultime ore il Caffè ha fatto diverse telefonate al numero verde indicato nei referti, senza però riuscire a parlare con gli operatori. La figlia di una persona che ha ricevuto questa mattina il referto “normale”, ma evidentemente non corrispondente al padre, ci racconta però di essere riuscita a parlarci, dopo numerose chiamate a vuoto. «Mi hanno detto che c’è stato un problema nel sistema – spiega – a quanto pare invece di inviare una seconda convocazione a chi non ha fatto l’esame, hanno inviato dei referti normali». Ma questa risposta evidentemente non può bastare. Quante sono le persone a cui sono state mandate lettere sbagliate? Tutti quelli che invece hanno fatto l’esame possono fidarsi della risposta?
AGGIORNAMENTI (23 settembre):
Resta cauta la Asl Roma 6. In un comunicato diramato pochi minuti fa l’azienda sanitaria locale fa sapere di aver avviato un’indagine interna per venire a capo della situazione. “L’Azienda Asl Roma 6 è impegnata sul proprio territorio, come tutte le Asl della nostra Regione, a realizzare la “Campagna di prevenzione dei tumori del Colon Retto, della Mammella e della Cervice Uterina” – scrivono – Intendiamo confermare a tutti i cittadini l’importanza di individuare precocemente eventuali lesioni sospette. È per questo che la Direzione Aziendale vuole rassicurare la popolazione target di tali programmi di prevenzione circa l’affidabilità del sistema.
Alcune segnalazioni ci indicano, però, specifiche criticità sulla comunicazione e sull’invio dei referti sul Programma Colon Retto, ed in particolare sull’area di Pomezia.
L’Azienda ha istituito immediatamente un Audit Interno che sta monitorando tali criticità, per arrivare a chiarire eventuali errori di comunicazione. A breve sarà possibile fornire precisi e definitivi chiarimenti sui fatti accaduti”.
Martina Zanchi