L’ARRESTO
L’uomo era andato davanti all’ufficio della ex moglie, da cui si era separato da alcuni mesi, per discutere di alcune questioni economiche rimaste in sospeso tra loro. Secondo la prima versione dei fatti diramanata dal Comando provinciale dei carabinieri, il 47enne avrebbe anche voluto riallacciare il rapporto con la ex. “Al culmine della discussione e alla ferma volontà della donna di non voler più sapere nulla di lui – hanno spiegato i carabinieri il giorno dopo l’arresto – l’uomo ha afferrato una tanica da 10 litri colma di benzina che aveva portato con sé e nascosto in una siepe, rovesciandone il contenuto addosso alla donna e sulle vetrate dell’ufficio al piano terra, minacciando di darle fuoco”. La vittima è riuscita a chiedere aiuto, urlando ai passanti di chiamare i carabinieri. Così una pattuglia è arrivata in tempo per rendere inoffensivo l’ex marito della donna, che è stato immediatamente ammanettato e portato in carcere a Velletri con l’accusa di tentato omicidio. Secondo quello che la donna avrebbe spiegato ai militari, il suo ex compagno la minacciava già da tempo, telefonicamente e di persona, insistendo sulla storia dei soldi che, a quanto pare, era il vero motivo dei litigi tra loro. La donna, comunque, non lo aveva mai denunciato. Tutte circostanze che dovranno essere chiarite nel processo al tribunale di Velletri.
L’AVVOCATO: «LUI NON VOLEVA UCCIDERLA»
Non voleva ferirla, né tantomeno ucciderla. Lo sostiene l’avvocato del 47enne, il dottor Andrea Barbesin. Il suo assistito, assicura, ha capito di aver fatto un gesto sconsiderato e ha mostrato pentimento davanti al giudice per le indagini preliminari, che lo ha interrogato nei momenti successivi all’arresto. Secondo il legale, l’uomo voleva solo «sensibilizzare» la ex su quelle questioni economiche che lo preoccupavano. Avvalorando la tesi dello “scatto d’ira”, il Gip lo ha rilasciato disponendo il solo divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla ex moglie. L’uomo non tornerà nella casa dove viveva con la donna durante il loro matrimonio: attualmente infatti abita in un appartamento in affitto.
Il legale del 47enne ha una spiegazione anche sul perché l’uomo teneva in macchina una tanica di benzina. «L’aveva con sé perché fa servizi di giardinaggio – ha dichiarato l’avvocato al Caffè – Era nel furgone con le altre attrezzature da lavoro, tra cui un tosaerba. Una tanica di carburante la tiene sempre». «La signora è stata colpita da qualche schizzo di carburante perché lui l’aveva buttato per terra nel piazzale davanti all’ufficio – spiega l’avvocato Barbesin – Non glielo ha gettato addosso. Si tratta di un gesto sicuramente censurabile ma non certo atto a causare la morte». Anche questa versione dei fatti, chiaramente, andrà valutata dal giudice.
«La violenza sulle donne va chiamata col suo nome»
Dopo la scarcerazione dell’uomo, pochi giorni dopo l’arresto a Pomezia per tentato omicidio nei confronti della ex moglie, arriva a stretto giro il severo commento di Sportello Donne, l’associazione che sul territorio si occupa gratuitamente di ascoltare e assistere le donne che a loro confidano di aver subito violenza. Le volontarie non accettano la definizione di “scatto d’ira” che risulta essere stata avvalorata dal giudice che ha interrogato il 47enne.
«Derubricare la violenza contro una donna a “gesto d’ira” equivale a chiamare il femminicidio “delitto passionale”. Quando nelle scuole, nelle piazze, nei tribunali, diciamo che è la società intera a dover assumere la violenza di genere come fenomeno culturale da combattere, ci riferiamo proprio a questo: la violenza contro le donne va nominata e affrontata. Questo è il primo passo per difendere le donne dalla violenza maschile». Sportello Donne ha offerto alla donna protagonista di questo drammatico fatto di cronaca la propria assistenza gratuita.
Per informazioni: www.sportellodonnepomezia.org