Il sogno dell’avvocato Manlio Cerroni di realizzare una lottizzazione nell’ex stabilimento industriale di laterizi Tacconi, a Pomezia, non è ancora tramontato. La mancata stipula della convenzione per riqualificare il sito, decisa dalla giunta grillina del sindaco Fabio Fucci, lo scorso anno era stata avallata dal Tar, ma a ribaltare quel provvedimento è arrivata ora una sentenza del Consiglio di Stato. Entro 60 giorni il Comune dovrà così pronunciarsi sulla richiesta della società “Petromarine Italia srl”, una delle aziende del gruppo Cerroni, di firmare la convenzione e se il Comune vorrà annullare il piano integrato che prevedeva quell’intervento dovrà farlo con deliberazione di consiglio comunale, non essendo sufficiente un provvedimento dirigenziale, come specificato ora dai giudici di Palazzo Spada.
Cerroni, al centro del processo che ha preso il suo nome, accusato di aver monopolizzato in maniera illecita il business dei rifiuti nel Lazio, noto alle cronache come “Il Supremo”, con la “Petromarine Italia srl” presentò all’amministrazione comunale pometina un progetto per la riconversione dell’ex stabilimento industriale Tacconi, in località Campo Selva. Un progetto per costruire il “Biovillage Pratica di mare”, complesso immobiliare ecocompatibile. Nel 2009 la società ottenne il via libera all’iniziativa da parte del consiglio comunale, ma arrivati i grillini a Palazzo tutto cambiò. La società di Cerroni fece così ricorso al Tar del Lazio e chiese pure un risarcimento danni. I giudici amministrativi ordinarono al Comune di rispondere entro 120 giorni alle richieste della srl, salvo poi avallare la scelta del Comune di non siglare quella convenzione. “Non abbiamo firmato la convenzione –disse lo scorso anno il sindaco Fabio Fucci dopo la sentenza del Tar – e abbiamo fatto bene. Come con tutti i piani urbanistici adottati dalle precedenti Amministrazioni, abbiamo proceduto con un’attenta analisi degli atti per verificare che l’interesse pubblico non fosse violato dall’interesse dei privati, oltre a far emergere le criticità del piano. Gli Uffici tecnici hanno rilevato tra le altre cose che l’area oggetto di intervento ricade in zona agricola, adiacente all’area archeologica e all’aeroporto di Pratica di Mare, e che l’area destinata a verde pubblico attrezzato e a parcheggio pubblico ricade nella fascia di rispetto delle viabilità. Elementi che hanno reso necessarie una serie di verifiche sull’attività svolta da alcuni funzionari del Settore Urbanistica che il giudice ha riconosciuto come legittime”. Ma ora il Consiglio di Stato ha accolto il ricorso della “Petromarine” ed entro 60 giorni il Comune dovrà concludere il procedimento relativo alla richiesta di siglare la convenzione. E se vorrà bloccare il progetto dovrà revocare il piano di intervento per la ex Tacconi in consiglio comunale. Partita dunque ancora aperta tra “Il Supremo” e i pentastellati.