Ricostruiamo facendo un passo per volta ciò che sta accadendo in questi giorni al distributore “incriminato”. Già qualche settimana fa avevamo dato conto dei furti in serie che stanno avvenendo, e nei quali risultano essere sempre protagonisti dei ragazzini – quasi bambini – che simulano la ricerca di monetine fingendo di voler mettere loro la benzina alla macchina. Di questo erano sicure le numerose vittime dei ladri che, pronte a rifornirsi, hanno ceduto a un gesto caritatevole pensando di pagare qualche spicciolo in più la benzina. D’altra parte, come dire, ci sono dei ragazzini. E invece ecco come l’apparenza inganna.
Pochi istanti e ti sfilano i soldi fuggendo via, senza neanche darti il tempo di capire cosa stia accadendo. Così è successo stamattina, quando la coppia di giovani a bordo della propria auto ha dato una banconota da 20 euro al piccolo ladro. Questi, dopo averla presa, ha infilato la mano nell’abitacolo e si è impossessato di uno smartphone dal valore di 300 euro circa. Poi via, la fuga.
Il ragazzo al lato guida ha cercato di inseguirlo, scavalcando la recinzione che delimita l’area con il campo nomadi, verso la campagna. Lì ad attenderlo c’erano tre uomini armati di bastone. Così ha pensato bene di desistere, sporgendo però denuncia alla caserma dei carabinieri di Pomezia.
Ma si pone ovviamente un problema di pubblica sicurezza. Sono numerosi, infatti, i casi finora accaduti. E allora viene da chiedersi: cosa accade se si decide di reagire? Sarebbe forse opportuno un intervento per limitare i danni e preservare la pubblica sicurezza, prima che accada qualcosa di più grave.