Sull’urbanistica la giunta grillina di Pomezia è finita “commissariata”. E con l’accusa peggiore per i pentastellati: quella di essere rimasti indifferenti davanti al ripristino della legalità e di aver anche cercato di sanare illeciti sanciti da una sentenza. La Regione Lazio, dopo mesi di schermaglie con l’amministrazione del sindaco Fabio Fucci proprio sulla pianificazione del territorio, ha esercitato i poteri sostitutivi nei confronti dell’ente per compiere verifiche ed eventualmente disporre abbattimenti in via Almirante e via Romualdi, nelle palazzine in cui sono stati realizzati più piani del previsto e dove sarebbe stata irregolarmente modificata la destinazione d’uso dei locali sottotetto.
Un provvedimento che giunge a seguito di una lunga battaglia sulle palazzine incriminate, con tanto di segnalazione fatta dalla Regione alla Procura di Velletri, e che ha preso particolare vigore dopo un esposto presentato alla Pisana, l’8 aprile dell’anno scorso, dagli avvocati Tiziana Fiorini e Francesco Falco, con cui venivano segnalate “rilevanti irregolarità urbanistico-edilizie riferite ai titoli edilizi rilasciati dal Comune di Pomezia per la costruzione di nove palazzine plurifamiliari in via Almirante e Romualdi”. Permessi concessi dalla precedente amministrazione, tra il 2006 e il 2007, a favore di nove coop edilizie, su cui i grillini hanno dato battaglia, ma su cui, una volta a Palazzo, non sono poi intervenuti. Nel 2014 il Tribunale di Velletri, sulla vicenda, ha emesso una sentenza, diventata irrevocabile, con cui ha stabilito che le coop erano state autorizzate irregolarmente a realizzare il sesto e il settimo piano di tali palazzine, eccedendo così da quanto previsto dal Prg, che prevedeva un massimo di cinque piani. Un processo a carico di ex dirigenti e dipendenti del Comune, accusati di abuso d’ufficio e falso ideologico, finito in prescrizione ma che aveva portato il Tribunale a inviare la sentenza al Comune, affinché provvedesse “in ordine agli abusi accertati”. L’ente, invece, con delibera di consiglio comunale del 29 settembre 2015, ha regolarizzato quei piani in più. La Regione, dopo aver più volte chiesto agli uffici comunali di procedere con l’emissione di provvedimenti di revoca dei permessi a costruire e di repressione delle irregolarità, si è sentita rispondere che l’ente locale non intendeva procedere in tal senso, considerando “insussistente l’interesse pubblico all’annullamento dei permessi a costruire”. E nessuna iniziativa per rimuovere gli abusi. Ritenendo il Comune “omissivo rispetto agli obblighi di vigilanza e controllo”, pur decidendo di non annullare le concessioni, vivendo ormai in quelle palazzine 120 famiglie, la Pisana ha fatto ora scattare il “commissariamento”. Per la Regione sui controlli va rimossa la “condizione di omissività”. E sarà ora il commissario nominato dalla Pisana ad accertare la sussistenza dei requisiti per procedere con interventi repressivi, verificare i presupposti normativi per le demolizioni, compiere appunto abbattimenti o irrogare sanzioni pecuniarie, acquisendo eventualmente le opere abusive al patrimonio regionale.
Un provvedimento che giunge a seguito di una lunga battaglia sulle palazzine incriminate, con tanto di segnalazione fatta dalla Regione alla Procura di Velletri, e che ha preso particolare vigore dopo un esposto presentato alla Pisana, l’8 aprile dell’anno scorso, dagli avvocati Tiziana Fiorini e Francesco Falco, con cui venivano segnalate “rilevanti irregolarità urbanistico-edilizie riferite ai titoli edilizi rilasciati dal Comune di Pomezia per la costruzione di nove palazzine plurifamiliari in via Almirante e Romualdi”. Permessi concessi dalla precedente amministrazione, tra il 2006 e il 2007, a favore di nove coop edilizie, su cui i grillini hanno dato battaglia, ma su cui, una volta a Palazzo, non sono poi intervenuti. Nel 2014 il Tribunale di Velletri, sulla vicenda, ha emesso una sentenza, diventata irrevocabile, con cui ha stabilito che le coop erano state autorizzate irregolarmente a realizzare il sesto e il settimo piano di tali palazzine, eccedendo così da quanto previsto dal Prg, che prevedeva un massimo di cinque piani. Un processo a carico di ex dirigenti e dipendenti del Comune, accusati di abuso d’ufficio e falso ideologico, finito in prescrizione ma che aveva portato il Tribunale a inviare la sentenza al Comune, affinché provvedesse “in ordine agli abusi accertati”. L’ente, invece, con delibera di consiglio comunale del 29 settembre 2015, ha regolarizzato quei piani in più. La Regione, dopo aver più volte chiesto agli uffici comunali di procedere con l’emissione di provvedimenti di revoca dei permessi a costruire e di repressione delle irregolarità, si è sentita rispondere che l’ente locale non intendeva procedere in tal senso, considerando “insussistente l’interesse pubblico all’annullamento dei permessi a costruire”. E nessuna iniziativa per rimuovere gli abusi. Ritenendo il Comune “omissivo rispetto agli obblighi di vigilanza e controllo”, pur decidendo di non annullare le concessioni, vivendo ormai in quelle palazzine 120 famiglie, la Pisana ha fatto ora scattare il “commissariamento”. Per la Regione sui controlli va rimossa la “condizione di omissività”. E sarà ora il commissario nominato dalla Pisana ad accertare la sussistenza dei requisiti per procedere con interventi repressivi, verificare i presupposti normativi per le demolizioni, compiere appunto abbattimenti o irrogare sanzioni pecuniarie, acquisendo eventualmente le opere abusive al patrimonio regionale.
12/11/2016