TUTTO QUESTO LO PAGHIAMO NOI
Al di là dei risvolti giudiziari, uno dei punti nevralgici nel “sistema Latina” era e rimane la società idrica. Intanto è in corso da circa 13 anni una “pena” collettiva. Oltre 600mila persone, i residenti dell’àmbito idrico gestito da Acqualatina, sono condannati a pagare un prezzo altissimo, non solo in termini di quattrini. Un numero: 69%. È la percentuale di acqua pompata e immessa in rete, ma che poi si disperde. Altro numero: “Si apprende dalle intercettazioni un forte interesse politico per Acqualatina in procinto di un investimento di € 80.000.000”, scrive il Giudice Mattioli. È solo una parte del giro d’affari che la Spa ha già maneggiato e continuerà a maneggiare. Basti pensare all’appaltone per l’impianto di trattamento dei fanghi di depurazione previsto sotto Sermoneta, a ridosso di Latina Scalo: oltre 43 milioni di euro in 15 anni. O la nuova fantasmagorica sede centrale di Acqualatina nel quartiere Gionchetto a Latina: 4,2 milioni di euro il costo presunto. E poi il favoloso mondo delle manutenzioni straordinarie: tanti lavori da assegnare con affidamento diretto, cioè a piacere, senza la rogna della gara d’appalto pubblica.
LOTTE DI POTERE E AFFARI SULLA PELLE DELLA GENTE
E gli stipendi per i rappresentanti (in teoria) del socio pubblico, quindi dei cittadini? Oltre 6 milioni e 193mila euro è il costo del Consiglio di amministrazione di Acqualatina, dal 2003 a fine 2016. Oltre un milione e 250mila euro all’ex Pci, Pds, Ds, oggi Pd Luigi Raimondo Besson, formalmente scelto dal socio privato, attuale amministratore delegato e membro del Cda. Mentre a Fazzone sono andati quasi 463mila euro, per la carica di Presidente del Cda, che lasciò per incompatibilità con il seggio parlamentare. Il suo fedelissimo Pino Simeone, oggi consigliere regionale, si è invece buscato 345.660 euro come Consigliere di amministrazione della Spa. Prosegue la tradizione Giuseppe Addessi, altro fido di Fazzone, attuale presidente del Cda che si accontenta di 40mila e 700euro l’anno: meno della metà dei 100mila euro che invece prendeva Fazzone quando ocupava quella poltrona. Dell’intero bottino preso dal Cda, 2 milioni 750mila euro e spicci sono finiti in tasca ai membri di parte pubblica, imposti dai partiti politici: An, Forza Italia, Udc, Ds.
CHI RIPAGHERÀ GLI UTENTI?
Altre cifre può calcolarsele ciascun utente spulciando le bollette, aumentate a dismisura con la complicità di vari sindaci e amministratori comunali e della Provincia di Latina. Un altro paio di numeri da far rabbrividire: 220 milioni in più fatti pagare agli utenti grazie alle tariffe gonfiate e 52,7 milioni di euro che Acqualatina doveva scalare dalle bollette per le proprie inefficienze ma che non tolto grazie al ‘condono’ votato dai sindaci. Tutti soldi tolti alla collettività e che potevano essere impiegati per ospedali, scuole, strade… Non è solo questione di presunti reati, guardie e ladri. Qui si tratta della qualità della nostra vita. Non passa giorno senza qualche interruzione idrica nei nostri comuni, anche in autunno quando piove di più e non si può dare a colpa alla siccità. E non passa anno che non ci siano rincari sulle bollette dell’acqua.
LA PROFEZIA DEGLI ARRESTATI
A giugno dell’anno scorso l’on. Maietta e l’ex sindaco di Latina Di Giorgi, con il preseidente del Consiglio comunale Calandrini, la presidente del loro partito Giorgia Meloni e il loro coordinatore regionale Marco Marsilio inscenarono un comizio di protesta sotto il quartier generale di Acqualatina. Denunciavano la spartizione delle poltrone di Acqualatina. «Questo scandalo deve diventare nazionale, lo porteremo in Parlamento!», tuonarono chiedendo «aiuto alla stampa libera nel raccontare questa storia e a combattere quella parte di politica che usa le istituzioni a proprio piacimento». Una profezia che si è avverata, sono stati accontentati: chi di dovere ha indagato, il caso è ora in Parlamento, dove la Giunta per le autorizzazioni a procedere – presieduta dall’altro Fratello d’Italia Ignazio La Russa – deve dare l’ok all’arresto dell’on. Maietta e i giornali continuano a raccontare.