Gianfranco Fini a Latina in un incontro organizzato da Latina Bene Comune. Un evento paradossale quello di ieri pomeriggio al circolo cittadino di Latina, a cui hanno partecipato i maggiori esponenti della politica locale di Latina di destra. Della lista civica che ha stravinto le elezioni solo il segretario Pietro Gava e uno o due consiglieri comunali in fondo alla sala per decidere da che parte propendere il 4 dicembre. Ad aspettare l’ex vicepresidente del Consiglio davanti all’ingresso di Piazza del Popolo c’erano Salvatore De Monaco, che tenta di far rinascere dalle ceneri il Movimento Sociale Italiano, e l’ex Sindaco di Alleanza Nazionale Vincenzo Zaccheo. Nessun ingresso ostentato, nessuna scorta, nessun giornalista allontanato in malo modo come avvenuto con Maria Elena Boschi o Matteo Renzi, che hanno visitato la città qualche giorno prima. Quando è arrivato, Fini ha salutato Zaccheo definendolo “il suo Sindaco”, si è prestato a chiacchierare di calcio e meteo per poi spostarsi all’interno della sala scelta da Latina Bene Comune ed affrontare il dibattito sul referendum costituzionale del 4 dicembre. Con toni pacati e sostenuti ha definito osceno il dibattito tra i due schieramenti venuto fuori da incontri, dirette e trasmissioni televisive. Senza girarci troppo intorno ha espresso le ragioni per cui, a suo parere, i cittadini dovrebbero votare no alle urne, augurandosi prima di tutto che vadano a votare per dimostrare che abbiano a cuore la Costituzione. L’ex braccio destro di Silvio Berlusconi si è detto favorevole al cambiamento della Costituzione, ma non in maniera pasticciata come proposto dal governo Renzi. Soprattutto non è d’accordo su come sarebbe riformato il Senato: “Cambiare il sistema bicamerale mantenendo il Senato – ha dichiarato – è un pasticcio. I Sindaci vengono eletti per amministrare, non per fare le leggi”. Inoltre, a suo avviso, il nuovo sistema creerebbe solo disparità tra città e regioni che andrebbero a operare in nome del partito di appartenenza. Parole gentili per Latina: “Come ricordano coloro che in questa sala hanno i capelli grigi – ha spiegato – non sono nuovo in questa città, che è stata punto di riferimento per la destra che ho avuto l’onore di guidare. Non esiste luogo dove non sono stato per comizi, ma era consuetudine trattare Latina con un occhio di riguardo perché è una città esigente e che ama la politica”.
25/11/2016