Ad indire lo sciopero sono state le sigle sindacali Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl, Diccap e le Rsu per le motivazioni ormai ampiamente note, che avevano già portato alla proclamazione dello Stato di Agitazione all’inizio di novembre: tra queste, la gestione dei fondi di produttività dei dipendenti e compensazione delle somme con le entrate derivanti dai piani di razionalizzazione; il recupero delle somme contestate dal Ministero dell’Economia illegittimamente erogate, chiedendo il risarcimento al beneficiario dei fondi e non a chi ha materialmente erogato quel denaro provocando un ipotetico danno alle casse comunali; mancato contratto integrativo 2016; incarichi esterni di progettazione dati anche in presenza di personale comunale all’altezza; mancata sicurezza sui luoghi di lavoro per alcuni dipendenti; mobilità del personale senza alcuna formazione preventiva.
Il Sindaco di Pomezia Fabio Fucci martedì 22 novembre non aveva partecipato alla riunione per il tentativo di conciliazione con i Sindacati dei lavoratori di comparto. Il Sindaco aveva lamentato di aver ricevuto la convocazione solo il giorno prima, in realtà il Prefetto ha respinto al mittente le scuse della tardiva convocazione fornendo ed allegando al verbale la ricevuta della posta elettronica certificata inviata dalla Prefettura al protocollo, che riporta la data del 18 novembre, 4 giorni prima. Peccato che fosse di venerdì, magari anche con qualche assenza all’ufficio protocollo, e con il sabato e la domenica di mezzo. Insomma, la tardiva comunicazione ci stava tutta.
“Inutile presentarsi come i fustigatori della dirigenza, quando si è traccheggiato nel fornire i documenti e si è intervenuti solo dopo l’accesso al palazzo comunale della Guardia di Finanza inviata dalla Corte dei Conti – tuonava il Diccap solo qualche giorno fa –. Spieghi il Sindaco le ragioni per cui ha presentato come taglio degli stipendi dei dirigenti il mantenimento degli stessi al limite massimo consentito dalla legge ed invece vuole ridurre il reddito dei lavoratori di fascia inferiore”.