Tre vecchie discariche abbandonate e mai sanate che dovranno essere bonificate quanto prima con fondi regionali nel territorio di Aprilia, al confine con Ardea. Il tutto, a due passi da Lido dei Pini di Anzio, dove l’amministrazione comunale è inesistente su queste vicende e dove c’è ancora il cadavere della vecchia discarica comunale, in zona Spadellata, presso il bosco in cui inoltre furono scaricati anche centinaia di fusti tossici. Una di queste vecchie discariche, abusiva, sta nei pressi di via Savuto, Aprilia, la stessa da cui si accede alla ex cava dove la Paguro srl vuol fare una megadiscarica. È quanto emerso martedì mattina 6 dicembre durante una spinosa seduta della Commissione Ambiente del Consiglio Regionale del Lazio, convocata per discutere la discarica proposta dalla società Paguro in zona La Cogna, ad Aprilia, al confine con Ardea e Anzio. Un ecomostro da quasi 1,3 milioni di tonnellate di rifiuti urbani: un volume pari a quello del Colosseo. Sui vecchi cimiteri per rifiuti abbandonati da decenni e di cui tutti sapevano, ma di cui nessuno parlava, hanno acceso la discussione. Il faccia a faccia era stato convocato dalla Regione per giovedì 17 novembre, ma poi rinviato inspiegabilmente e nervosamente a data da definirsi. La vicenda sta facendo emergere non poco imbarazzo e tensione tra politici e dirigenti regionali.
CADE IL MURO DI SILENZIO
Il Caffè non ha potuto partecipare all’incontro (vedi riquadro in basso). A raccontarci la seduta sono il sindaco di Aprilia, Antonio Terra, la sua assessora all’ambiente, Alessandra Lombardi, e il primo cittadino di Ardea, Luca Di Fiori (vedi pag. 3), che vi hanno partecipato. Oltre al presidente della Commissione, Enrico Panunzi (PD), c’erano il suo vice Adriano Palozzi (FI), Francesco Storace (La Destra), Gaia Pernarella e Devid Porrello (5Stelle), Fabio De Lillo (Cuoritaliani), Daniele Fichera (PSI per Zingaretti), Giuseppe Simeone (FI), Cristiana Avenali e Gianfranco Zambelli (PD). Hanno preso parte alla seduta anche l’assessore regionale all’ambiente, Mauro Buschini, il capo Dipartimento Rifuti del Lazio, arch. Demetrio Carini, e la sua vice, ing. Flaminia Tosini. Presente anche una nutrita delegazione della Paguro srl. La società, da noi interpellata, preferisce non rilasciare dichiarazioni sulla vicenda.
TRE ‘BOMBE’ ECOLOGICHE
«La scorsa seduta della Commissione Ambiente, in programma per giovedì 17 novembre – racconta al Caffè l’assessora Lombardi – è saltata: ci hanno lasciato fuori alla porta in attesa di parlare per tre ore e poi siamo stati rispediti a casa senza che ci venisse nemmeno fornita una spiegazione. Stavolta invece – sottolinea decisa – la sospirata seduta si è celebrata, ma ci è stato concesso comunque pochissimo tempo per parlare. Ho avuto come l’impressione che volessero tapparci la bocca. Dopo appena un minuto e mezzo che spiegavo alcune criticità, il presidente della Commissione (Enrico Panunzi, ndr) già mi faceva cenno di stringere i tempi. Anche se con i secondi contati – ricorda la Lombardi – ho proseguito spiegando ai presenti le motivazioni tecniche, amministrative e legali per cui la discarica proposta dalla Paguro è assolutamente incompatibile con il nostro territorio. Inoltre – rincara – ho avanzato una richiesta formale alla Commissione Ambiente della Regione Lazio affinché ci vengano concessi quanto prima dei fondi per procedere con la bonifica di tre vecchie discariche che insistono sul territorio di Aprilia e mai, fino ad ora, bonificate. Una in località ‘Sassi Rossi’ (vicino Casalazzara, ndr), una in zona ‘Santa Apollonia’, nei pressi di via Scrivia, a quanto pare autorizzata negli anni ’90 dalla Regione Lazio, e infine una abusiva in via Savuto, nell’area dove la Paguro srl vorrebbe costituire ora una nuova discarica. Ho spiegato – incalza l’assessora – che non abbiamo intenzione di limitarci ad effettuare solo i cosiddetti carotaggi, ovvero i pozzi per estrarre dal sottosuolo campioni preliminari di acqua e terra. Ma che vogliamo portare a termine una sanificazione e bonifica completa di queste tre aree. A gennaio – annuncia la Lombardi – convocherò una apposita Conferenza dei Servizi (tavolo istituzionale, ndr) che si occuperà delle relative incombenze».
IL SINDACO TERRA: «OPPOSIZIONE FERMA E TOTALE»
A fare eco all’assessore Lombardi, è Antonio Terra: «Oltre alle questioni prettamente tecniche – precisa al nostro giornale il sindaco di Aprilia – in Commissione abbiamo affrontato aspetti per così dire squisitamente politici, visto che gran parte dei rifiuti che arrivano sul nostro territorio provengono da Roma Capitale. Aprilia ha già subìto troppo in passato – ricorda il sindaco -: penso agli impianti di trattamento dei rifiuti delle società Rida Ambiente, Self Garden e Kyklos. È ora di dire basta a voce alta! Non siamo il bidone della spazzatura di nessuno. Il nuovo piano dei rifiuti della Regione Lazio non può non tenere conto di tali e gravissime problematiche ambientali e igienico-sanitarie. La discarica della società Paguro srl non si farà, né ora né mai: la nostra opposizione – conclude – è ferma e totale». Per ora il progetto giace sul tavolo della Regione, e l’iter rimane sospeso senza data.
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Sos: altre discariche ucciderebbero il mare
A decidere se il destino dei Comuni di Aprilia, Ardea e Anzio sarà segnato dalla nuova e gigantesca discarica per rifiuti indifferenziati della Paguro sarà il nuovo Piano Rifiuti della Regione Lazio. Lo confermano al Caffè i due sindaci di Aprilia, Antonio Terra, e di Ardea, Luca Di Fiori, presenti in Regione alla scottante seduta della Commissione Ambiente dello scorso 6 dicembre in cui si è discusso del progetto. Ma l’Assessore regionale all’ambiente, Mauro Buschini, dirotta la questione sui tavoli dei tecnocrati: a prescindere dalla visione d’insieme e dall’intera gestione dell’immondizia nel Lazio – sembra di capire – saranno i soliti pochissimi dirigenti regionali nel chiuso dei loro uffici.
In un comunicato stampa diramato appena dopo la conclusione della seduta sulla discarica Paguro, Buschini ha sottolineato che “il nuovo Piano Rifiuti è giunto in dirittura d’arrivo: entro l’anno verrà portato in aula e votato dal Consiglio regionale”, senza fornire ulteriori precisazioni o dettagli. “La Regione – aggiunge la nota – ha necessità di programmare nuove discariche di servizio, anche se la raccolta differenziata procede bene. Ma le valutazioni da fare (per la discarica Paguro, ndr), sono esclusivamente di tipo tecnico. E da questo punto di vista l’ingegnere Tosini, responsabile dell’Area ciclo rifiuti della giunta regionale, sta conducendo una Conferenza di Servizi finalizzata a conoscere, come vuole la legge, la consistenza dello stato di fatto, dal punto di vista anche vincolistico. […] La valutazione di impatto ambientale è attualmente sospesa in attesa di chiarimenti e integrazioni alla documentazione presentata”. Una tesi, quella di Buschini, difficile da sostenere: lo scorso 3 novembre, proprio l’ingegner Tosini – che per il Pd è assessore all’ambiente a Vetralla – ha ‘congelato’ l’esito della Conferenza dei Servizi, il tavolo istituzionale deputato ad approvare o no definitivamente il progetto della Paguro, sostenendo di fronte ai presenti che l’Area Rifiuti regionale preferiva “sospendere l’iter amministrativo in attesa della nuova programmazione regionale sui rifiuti, che verrà ultimata entro il 31 dicembre”.
LE ‘BOMBE’ DEL SINDACO
«Durante la Commissione Ambiente – spiega il sindaco di Ardea, Luca di Fiori – è emerso in modo chiaro e inequivocabile che nella zona al confine tra Aprilia e Ardea insistono discariche pre-esistenti: una, in particolare, autorizzata dalla Regione Lazio, sta inquinando gravemente il nostro fosso della Moletta. Il problema l’ho segnalato più volte anche ai carabinieri del Noe e all’Arpa Lazio (Agenzia Regionale di Protezione Ambientale, ndr). In Regione – affonda Di Fiori -, c’è chi pretende di risolvere la questione ponendo semplicemente un divieto di balneazione a destra e a sinistra dallo sbocco del canale stesso nel mare. Una tesi inverosimile. In Commissione Ambiente, la società Paguro ha sostenuto che intende procedere ad una bonifica preliminare di almeno parte del territorio inquinato prima di realizzare la nuova discarica. Ma qualcuno, forse – ringhia il primo cittadino rutulo – pretende davvero di convincermi che il territorio si bonifica costruendovi sopra una nuova discarica? Per favore, non scherziamo. Insieme al Comune di Aprilia, abbiamo chiesto alla Regione Lazio di stanziare dei fondi per procedere alla bonifica immediata e urgente delle aree interessate dalla presenza di rifiuti e in modo da eliminare alla radice il problema del gravissimo inquinamento del fosso della Moletta. Tra l’altro, ho ricordato ai presenti che in zona Colle Romito alta, a circa 400 o 500 metri dalla ex cava di via Savuto (dov’è prevista la nuova discarica, ndr), la società Idrica (non Acea, come inizialmente asserito, ndr) presto dovrà iniziare i lavori per costruire un nuovo campo-pozzi, da 200 litri di acqua al secondo, destinato a portare il prezioso oro blu a migliaia di residenti, visto che i vecchi pozzi di Pomezia, in zona Laurentina, sono inquinati».
In Regione Lazio la trasparenza resta una chimera e certe riunioni hanno luogo esclusivamente a porte chiuse. Nei giorni precedenti al 6 dicembre, non era attiva la pagina del sito internet regionale con l’agenda delle convocazioni della Commissione Ambiente. Il Caffè ha provato a collegarsi più volte, per più giorni consecutivi e da diversi computer. E così il Caffè non ha potuto essere presente alla seduta della Commissione Ambiente. Speriamo che presto l’agenda con le convocazioni della Comissione torni pubblica, in modo da permettere ai cittadini ed alla stampa di partecipare.