Se il museo Lavinium nel 2010 ha registrato oltre 6.500 visitatori (dati Comune di Pomezia – museo Lavinium), da allora assistiamo a una parabola discendente che tocca nel 2014 e nel 2015 poco più di 2.700 presenze. Un dato leggermente risollevato grazie alle visite organizzate dalle scuole del territorio, che portano il numero finale a 4.927 visite nell’anno passato. Praticamente la metà del dato del 2010, comprensivo delle visite degli scolari. Crollo verticale tra il 2012 e il 2013 per il museo dedicato al maestro Giacomo Manzù: da 5.600 presenze si è passati a poco meno di 3.600 (dati Mibact). Da allora l’affluenza ha continuato a scendere, fino alle 3.171 visite del 2014.
Numeri che fanno riflettere, soprattutto se confrontati con quelli di altri musei e poli archeologici della zona. Il segno è più che positivo, ad esempio, per l’area del Porto di Traiano a Fiumicino: dalle 3.300 visite di sei anni fa, nel 2014 sono state registrate oltre 9mila presenze. Continua a crescere l’affluenza anche al museo delle Navi romane di Nemi, che due anni fa ha toccato quota 18.367. Bene anche il castello di Giulio II: 4.911 visitatori nel 2014 in risalita rispetto all’anno precedente. Buon risultato anche per il museo e gli scavi archeologici di Ostia Antica (332.190).
Ma le cose per i musei di casa nostra potrebbero presto cambiare. Solo pochi giorni fa il Comune di Pomezia ha firmato un accordo per la riapertura al pubblico e la valorizzazione delle aree archeologiche di Pratica di Mare: il santuario delle 13 are, l’Heeron di Enea, l’edificio arcaico e le fornaci. Il protocollo d’intesa siglato con la Soprintendenza per l’Archeologia, le Belle arti e il Paesaggio, affida al Comune, in collaborazione col museo Lavinium, lo svolgimento di attività didattiche e culturali e le visite guidate nel sito. Per permettere la riapertura dell’area è stato firmato un accordo anche con la famiglia Borghese, proprietaria della tenuta di Pratica di Mare. “Il museo – riporta infatti il report rispetto alla raccolta del Lavinium – sconta la difficoltà logistica per la visita alle aree archeologiche, ricomprese in aree di proprietà privata ed accessibili solo in particolari giorni”.
Novità anche per il museo Manzù di Ardea, una delle più rilevanti collezioni di arte contemporanea in Italia, che fino al 5 marzo sarà protagonista di una mostra “parallela” con Castel Sant’Angelo. I due musei, infatti, si sono “gemellati” in un’ottica di rilancio concertata con il ministero per i Beni culturali. «A breve – aveva dichiarato il sindaco di Ardea presentando l’iniziativa – andremo a concludere l’iter di convenzione con la Sovrintendenza per la gestione delle aree archeologiche e questo permetterà di realizzare un itinerario culturale compiuto da sempre sognato».