Modo migliore per chiudere il 2016 non ci poteva essere per l’Unipomezia. La formazione pometina ha eliminato dalla Coppa Italia il Montecelio, conquistando il pass per la semifinale. Autentico protagonista è stato Matteo Santi con due calci di rigore parati e un intervento incredibile su una punizione di Cesaro. Una prova magnifica del numero 1, che ha dimostrato ancora una volta di essere uno dei migliori della categoria nel suo ruolo: “Quella di ieri è stata una giornata speciale. Tralasciando la mia prestazione, la cosa importante era vincere e passare il turno perché l’obiettivo di squadra sta sempre al primo posto. Poi è ovvio che quello che mi è successo ieri ancora non lo realizzo. Parare due rigore per un portiere è come per un attaccante segnare una tripletta. Una cosa stupenda che capita una volta nella carriera. Sono felicissimo”. Il Montecelio è stato un avversario per nulla agevole: “Loro sono fortissimi. Hanno giocatori come Cesaro, Leacche, Scerrati, Fazi, che sono di un’altra categoria. Per noi è stata una grande soddisfazione e fa molto bene dal punto di vista mentale. Dobbiamo essere più convinti dei nostri mezzi per poter affrontare il girone di ritorno in maniera diversa”. In coppa sono rimaste Valle del Tevere, Serpentara e Itri, ma per Matteo Santi non c’è una squadra più semplice da affrontare: “Penso che siano tre grandi compagini. Conosciamo bene il Serpentara e l’Itri per averle affrontate in campionato. La formazione di Scaricamazza non è nel nostro girone, ma la conosciamo e sappiamo le qualità che ha. Non c’è una squadra che preferisco, ci prenderemo quella che viene e la affronteremo al massimo. Saranno due grandi battaglie ma se giochiamo come ieri possiamo battere chiunque”. Ieri l’Unipomezia si è presentata in campo con ben sette under, che però hanno dimostrato di valere molto: “I giovani in età di lega sono fondamentali. Devono entrare nell’ottica che sono loro che possono far fare il salto di qualità alla squadra, come hanno fatto ieri. Nonostante i tanti under ci siamo giocati la partita alla grande perché, come dimostrano alcuni club anche di Serie A, non c’è un’età per giocare a calcio. Sarà anche importante il contributo di noi grandi per aiutarli a crescere al meglio”.
23/12/2016