Secondo quanto si legge sulla sentenza, infatti, dopo ben 26 giorni dall’istanza di accesso agli atti del 5 maggio presentata dalla Nash, il Comune aveva risposto con una generica “messa a disposizione per la visione e l’estrazione di copia della pratica richiesta”. Insomma, i documenti erano pronti all’ufficio urbanistica, ma secondo il Comune per ottenerli la ditta avrebbe dovuto presentarsi di persona. La Nash a quel punto ha ribadito la richiesta ma, non ottenendo le carte, ha fatto ricorso al Tar. “Per principio generale – scrive il tribunale, dando ragione alla ditta – laddove non emerga alcuna ragione per cui l’accesso debba essere consentito nella sola forma della presa visione, lo stesso deve essere consentito anche nella forma dell’estrazione di copia”. Insomma, non c’era alcun motivo per pretendere che la Nash si presentasse allo sportello dell’ufficio comunale. E ora entro 30 giorni piazza Indipendenza dovrà fare quel che deve.