Nell’ottobre 2011 iniziarono le minacce nei confronti dell’imprenditore che, inizialmente, per non avere problemi pagò 10mila euro. Le pressioni però proseguirono. E gli imputati spedirono alla vittima una busta contenente dei proiettili e poi appiccarono le fiamme agli uffici dell’azienda nei pressi del cantiere aperto a Velletri. L’imprenditore si rivolse così al commissariato di Genzano. Dopo una serie di indagini, con tanto di intercettazioni, gli investigatori nell’arco di due mesi arrivarono ad arrestare i due, accusati di estorsione consumata aggravata e tentata, incendio doloso, detenzione e porto di armi. Il 5 maggio 2013 il Tribunale di Velletri condannò Piccioni a dodici anni di reclusione a Piccioni e Pontecorvi a dieci, condanne poi ridotte il 24 giugno 2014 dalla Corte d’Appello di Roma e ora rese definitive dalla Corte di Cassazione, che ha dichiarato inammissibili i ricorsi dei due.
Nel 2011 Piccioni era ai domiciliari e godeva di alcuni permessi. Stava scontando la condanna per l’omicidio del politico Franco Ercoli. Il 10 settembre 1992 l’allora consigliere comunale del Movimento sociale italiano e consigliere della Provincia di Roma, un 43enne di Velletri, venne ucciso da Piccioni a colpi di pistola, un delitto dal movente passionale.